Torna a Natale Mary Poppins, la tata più famosa del cinema, resa celebre dall’indimenticabile interpretazione di Julie Andrews e ora impersonata da Emily Blunt. Il sequel firmato Rob Marshall (Chicago) si imbarca in un’operazione rischiosissima, ovvero quella di far tornare sullo schermo la magia di un classico senza tempo, che ha segnato la memoria di generazioni e generazioni di spettatori.
55 anni dopo l’originale ecco allora giungere in sala Il ritorno di Mary Poppins, un musical per famiglie ricco di fascino vecchia scuola, pronto a riscoprire la gioia e il senso di meraviglia suscitati dal capolavoro del ’64.
A fare da sfondo alla vicenda, c’è stavolta la crisi economica del 1929, che colpisce inesorabilmente anche la famiglia Banks. Michael (Ben Wishaw), infatti, è diventato grande, si è sposato e ha avuto tre figli, di cui però deve occuparsi da solo, avendo recentemente perso la moglie Kate. Costretto a fare il cassiere nella banca dove lavorava suo padre, Michael è costretto a mettere da parte le ambizioni da pittore per salvare la casa e la famiglia dalla crisi. Ma le rate del debito contratto con la banca si accumulano, e anche a causa dello zampino di un losco direttore (Colin Firth), ben presto gli arriva un avviso di pignoramento della casa. Michael e sua sorella Jane (Emily Mortimer) hanno solo pochi giorni per ritrovare il documento che attesta la proprietà di alcuni titoli bancari, oppure perderanno la casa di famiglia. Per fortuna arriva Mary Poppins (Emily Blunt) che darà una mano preziosa a tutti i membri della famiglia.
Un contesto certamente più grigio quello immaginato dal sequel di Marshall, con tutti i personaggi segnati dalla vita che cercano di farsi forza e tirare avanti; l’arrivo di Mary Poppins è però una boccata d’aria fresca sia per la storia che per il film, che da quel momento si illumina di colori, magia e allegria, spazzando via il freddo dell’inverno londinese.
Se lo splendore visivo è ciò che più convince in Il ritorno di Mary Poppins, grazie agli esaltanti numeri coreografici, alle sontuose scenografie, agli accurati costumi e agli impressionanti effetti speciali (vedasi la sequenza che mescola live action e animazione 2D e quella del bagno subacqueo), ciò che delude sono purtroppo le musiche, aggravate da un doppiaggio italiano che lascia decisamente a desiderare. Nessun brano risulta infatti memorabile, al contrario di quanto accadeva con i tormentoni del film del ’64, e difficilmente a fine visione ricorderete anche solo uno dei numerosi motivi che avete ascoltato.
Brillano, però, gli interpreti, a cominciare dal perfetto Ben Wishaw nel ruolo del dolente e premuroso Michael, Emily Mortimer nei panni della dolce sindacalista Jane, Lin-Manuel Miranda che interpreta un lanciatissimo lampionaio sulla falsariga dello spazzacamino del primo film e ovviamente l’attesissima Emily Blunt. L’attrice protagonista infatti non fallisce in un ruolo certamente non facile e riesce a tenere meravigliosamente la scena ballando e cantando con grande convinzione. La sua Mary Poppins, più ruvida, vanitosa e capricciosa di quella della Andrews, somiglia, anzi, ancora più al personaggio descritto nei libri di P.L. Travers.
Belli anche i camei eccellenti, da Meryl Streep nei panni della zia Topsy ad Angela Lansbury nel ruolo della signora dei palloncini, dal cattivissimo Colin Firth all’indimenticabile Dick Van Dyke, la cui comparsa in scena suscita un commosso applauso.
Il ritorno di Mary Poppins è una deliziosa operazione nostalgia, che ricalca la struttura del capolavoro originale senza per questo farne una pallida imitazione; il film perfetto per le vacanze natalizie, che farà certamente la gioia dei più piccoli, illuminandone gli occhi di stupore. Dal 20 dicembre al cinema distribuito da Walt Disney.
Alberto Leali