Dal 12 aprile l’attore riprende i panni di Bruno Testori in otto nuovi episodi
Torna “Il Re“ del carcere S. Michele. Da venerdì 12 aprile Luca Zingaretti riprende i panni di Bruno Testori nella seconda stagione della serie in onda su Sky e in streaming su Now.
Otto nuovi episodi che ripartono da dove si era conclusa la prima, con il protagonista detenuto e rinchiuso nel suo stesso carcere.
“Da Re assoluto e indiscusso con potere di vita o di morte sulla popolazione carceraria, Bruno si trova in una cella buia, oscura, con i suoi fedelissimi che stanno per essere trasferiti e la popolazione del carcere che è pronta a fargli la pelle. Lì riceve poi una proposta per tornare in sella, ovvero salvarsi e vendicarsi – racconta Zingaretti alla conferenza stampa di presentazione.
“Mattia Torre diceva: ‘L’inferno è pieno di seconde stagioni’. Vero, le seconde stagioni difficilmente riescono a rispettare le aspettative create dalle prime, ma dal mio punto di vista sono molto soddisfatto di come questa sia venuta” – prosegue l’attore.
Zingaretti sottolinea, inoltre, la simpatia che gli suscita la “cattiveria” del suo personaggio:
“Io non penso che Bruno Testori sia ‘cattivo’. O meglio, da attore che interpreta quel personaggio, non mi sono mai posto il problema di giudicarlo, piuttosto l’ho analizzato. Penso che Testori era un servitore dello Stato che a un certo punto si è perso, ha derogato rispetto alle regole che si era dato, la sua missione si è trasformata in ossessione. Fa delle cose discutibili, ma lui ha un suo senso etico. Tutte queste cose insieme fanno sì che io, da attore e anche da spettatore, non posso non provare un senso di empatia e di ‘simpatia’ per quello che gli succede”
Commentando poi la situazione delle carceri nel nostro Paese, Zingaretti ha precisato e poi affermato:
“Premetto che il nostro non è un film di denuncia sulle carceri italiane. Il prison drama è un genere che ci permette di raccontare una realtà particolare, diciamo ‘costretta’. Lì, in uno spazio limitato, i conflitti tra le persone esplodono, escono fuori in maniera più evidente, cruda e feroce. Detto questo, la situazione è drammatica e sono aumentati i suicidi, tra detenuti e agenti di custodia. Molte delle strutture sono vecchie e fatiscenti e hanno solo una finalità punitiva, mancando l’idea di carcere come luogo dove redimersi ed essere reintrodotti nella società”.
Zingaretti spiega anche cosa lo spinge a scegliere alcuni personaggio rispetto ad altri, nonostante siano molto diversi tra loro, specialmente dal suo storico Montalbano:
“Io ho fatto Montalbano sempre con grande gioia e consapevolezza. D’altro canto, come si fa ad abbandonare un personaggio che fa il 44% di share. Con “Il Re” non ho pensato di voler fare qualcosa che si discostasse dall’altro, ma solo di raccontare una bella storia. Ho sempre deciso seguendo la mia bussola: a volte ho fatto bene, a volte ho fatto male, ma sono state le mie scelte”.
Conclude, quindi, sull’ipotesi di una terza stagione:
“Al momento non si parla di terza stagione. Ho amato questa serie e il personaggio, e secondo me un’altra stagione ci starebbe bene”.
Federica Rizzo