Vincitore del Nastro della legalità 2025, arriva al cinema dal 6 marzo distribuito da Notorious Pictures
Il cinema, da sempre, si è servito della memoria storica per riflettere sul presente e, in un’epoca segnata da incertezze internazionali e conflitti, Il Nibbio di Alessandro Tonda si inserisce perfettamente in questa tradizione. Il film, seconda opera del regista dopo l’esordio con The Shift nel 2020, prende spunto da un episodio drammatico del 2005: il rapimento della giornalista Giuliana Sgrena in Iraq. La pellicola segue i 28 giorni che separano il suo rapimento dalla liberazione, con il tentativo del dirigente del SISMI Nicola Calipari di risolvere la situazione senza aggravare ulteriormente le già complesse tensioni internazionali.
Tonda costruisce un film solido, che riesce a mantenere alta l’attenzione per tutta la sua durata senza mai cedere al ritmo accelerato tipico dei thriller americani. Ben dosando azione e riflessione, Il Nibbio affronta con maturità le dinamiche delicate delle trattative internazionali e dei rapporti personali. Un punto di forza del film è, infatti, l’approfondimento del personaggio di Calipari, un uomo diviso tra la sua difficile professione e la vita familiare, senza mai perdere il senso dell’etica e della responsabilità. Sebbene il tema della sua vita privata venga esplorato con meno intensità, la figura di Calipari emerge come quella di un uomo di coscienza, dedito al suo lavoro e alla sua famiglia.
L’aspetto critico più interessante del film risiede nella satira verso alcune realtà italiane che sembrano incapaci di far fronte a situazioni delicate e complesse, finendo per compromettere con la propria inettitudine ciò che potrebbe essere risolto con più competenza. Non manca anche una riflessione sulle modalità con cui gli Stati Uniti gestiscono crisi simili, con un approccio più spettacolare e ingombrante, che finisce per mancare di quella sobrietà e lucidità necessarie a gestire il rischio di perdite umane.
Il Nibbio si distingue, inoltre, per la qualità del comparto tecnico e delle interpretazioni. Claudio Santamaria, nei panni di Nicola Calipari, offre una performance eccellente, riuscendo a rendere il suo personaggio un simbolo di equilibrio e determinazione. A fianco a lui, Sonia Bergamasco interpreta con intensità Giuliana Sgrena, mentre Anna Ferzetti e Beatrice De Mei completano il cast con le valide interpretazioni della moglie e della figlia di Calipari. La regia di Tonda, capace di creare un’atmosfera tesa e drammatica, e la sceneggiatura, che evita il melodramma a favore di un ritratto più sobrio e realistico del protagonista, fanno di questo film una visione interessante.
Infine, Il Nibbio rappresenta un doveroso omaggio a una figura istituzionale fondamentale, quella di Calipari, che emerge come simbolo di professionalità e integrità in un contesto dove tali qualità sembrano sempre più rare. Seppur privo di un approfondimento politico e storico più incisivo, il film riesce a ricordare l’importanza di uomini come lui, in un mondo che sembra aver perso il valore della responsabilità e della diplomazia.
Federica Rizzo