Al cinema dal 3 novembre con I Wonder Pictures
Sud America, 1960. Un sopravvissuto all’Olocausto si convince che il suo nuovo vicino di casa non è altro che Adolf Hitler.
Vicenda curiosa quella de Il mio vicino Adolf, film del regista polacco Leon Prudovsky, qui alle prese con una importante coproduzione internazionale.
Il film, da una parte sforna una serie di sketch umoristici sul tema del cattivo vicinato, servendosi sopratutto della bravura dei due attori David Hayman e Udo Kier, dall’altra affronta anche una dimensione più seria, quella che vede un uomo privato della propria famiglia, segnato dalle atrocità subite dal suo popolo e ora in cerca di un po’ di pace.
Non è certo impresa facile mettere insieme due linee narrative così diverse, e infatti Il mio vicino Adolf pecca proprio nell’equilibrio dei toni.
Ciò nonostante, ne va apprezzato il coraggio, perché si sforza di uscire dai soliti percorsi: è infatti una riflessione dolce-amara sugli strascichi post-traumatici dell’Olocausto vestita però da divertente commedia degli equivoci.
La scrittura, essenziale pur se non sempre precisa, è intrisa di realismo e leggerezza. Ne deriva un film garbato e piacevole, incentrato su una curiosa amicizia virile e senile, che riesce a sollevare risate senza per questo far dimenticare la necessità della memoria storica.
Ilaria Berlingeri