Dal 11 al 23 marzo, una riflessione profonda sul potere delle parole e la fragilità dell’identità umana
Dal 11 al 23 marzo, il Teatro India ospita il debutto de Il Golem di Juan Mayorga, per la regia di Jacopo Gassmann, un’opera che esplora le inquietudini del nostro tempo attraverso il potere delle parole e la trasformazione dell’identità umana. Con protagonisti Elena Bucci, Monica Piseddu e Woody Neri, questa produzione del Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Sardegna Teatro e Teatro Stabile dell’Umbria si inserisce in un progetto di riflessione sulla cultura ebraica e sul tema dell’antisemitismo.
Ispirato alla leggenda ebraica del Golem, il testo di Mayorga si sviluppa come una potente allegoria delle incertezze contemporanee. La trama segue la vicenda di una donna che, nel disperato tentativo di salvare il marito da una malattia incurabile, si affida a un’organizzazione segreta che le impone di imparare tre nuove parole al giorno in cambio della guarigione dell’uomo. Progressivamente, la donna scoprirà che queste parole non solo mettono in pericolo la sua stessa identità, ma sembrano collegarla a una figura rivoluzionaria del passato, provocando una sorprendente metamorfosi interiore.
«La parola, appunto, intorno a cui tutto ruota, a partire dal mistero profondo di questo testo», afferma il regista Jacopo Gassmann, riflettendo sul concetto che sta alla base dello spettacolo. La parola può essere sia una forza che rigenera, sia una che segna in modo traumatico il nostro destino, creando o distruggendo. In Il Golem, Mayorga mescola diverse influenze filosofiche e letterarie, attingendo a autori come Borges, Kafka, Primo Levi e Walter Benjamin, per delineare un mondo che appare in frantumi, attraversato da un senso di smarrimento e di caos.
Il drammaturgo spagnolo ha rielaborato il suo lavoro durante il lockdown, un periodo che ha accentuato il senso di incertezza e paura che permea la nostra epoca. Il tema centrale del Golem è il potere delle parole, che plasmano i nostri sogni e incubi, e l’inquietante possibilità che esse possano trasformarci fino a renderci irriconoscibili.
Questo spettacolo fa parte di un trittico dedicato dalla programmazione del Teatro di Roma alla cultura ebraica, con l’intento di promuovere una riflessione sulla tragedia dell’antisemitismo. Al fianco de Il Golem, si inseriscono altre due produzioni significative: La banalità dell’amore di Savyon Liebrecht (dal 6 al 18 maggio al Teatro India), una storia d’amore impossibile tra Hanna Arendt e Martin Heidegger, e A torto o a ragione di Ronald Harwood, che racconta la vicenda del celebre direttore d’orchestra Wilhelm Furtwängler, accusato di essere nazista per la sua scelta di rimanere in Germania durante la Seconda Guerra Mondiale.
Con Il Golem, Mayorga e Gassmann ci invitano a riflettere sulla potenza delle parole, sulla fragilità dell’identità e sul significato di un’esistenza segnata dall’incertezza. Un’opera che tocca le corde più intime della condizione umana e ci spinge a interrogarci sul nostro rapporto con il linguaggio e la memoria.
Alberto Leali