Due nuovi film in prima serata su Rai1 lunedì 9 e 16 marzo
Due attesissimi episodi de Il commissario Montalbano stanno per arrivare in prima serata su Rai1, pronti per un nuovo record di ascolti.
La puntate che andrà in onda lunedì 9 marzo è Salvo amato, Livia mia, tratto dall’omonimo racconto di Andrea Camilleri oltre che da Il vecchio ladro.
Qui Luca Zingaretti, oltre a interpretare il più famoso commissario della tv, si prende la responsabilità della regia, firmandola insieme al compianto Alberto Sironi.
“Questa regia è stata un’esperienza dolorosa – ricorda Zingaretti – ho cercato di non metterci molto del mio, se non una inevitabile melanconica dolcezza, ma di fare ciò che avrebbe fatto Alberto dopo 20 anni di Montalbano”.
Il 2020 non è, infatti, un anno facile per Montalbano, a seguito della scomparsa del suo papà letterario, Camilleri, e di quello televisivo, Sironi, che ha trasformato i romanzi in un caso unico nel panorama televisivo italiano. Ma non dimentichiamo che una delle collection più amate dal pubblico italiano e internazionale ha perso anche recentemente lo scenografo Luciano Ricceri, che ha reso l’immaginaria Vigata un vero e proprio luogo dell’anima.
Prodotto da Palomar e Rai Fiction, il cast di Salvo amato, Livia mia è composto, oltre che da Luca Zingaretti, Cesare Bocci, Peppino Mazzotta, Angelo Russo e Sonia Bergamasco, da Rosario Lisma, Luciano Scarpa, Roberta Giarrusso, Katia Geco, Davide Lo Verde, Giovanni Guardiano, Ketty Governali, Fabio Costanzo, Saro Minardi, Vitalba Andre e Federica De Benedittis.
L’episodio, inoltre, debutta in anteprima al cinema, dal 24 febbraio al 4 marzo distribuito da Nexo Digital.
Trama di Salvo amato, Livia mia
Il cadavere di Agata Cosentino (Federica De Benedittis) viene ritrovato in un corridoio dell’archivio comunale. Si tratta forse una violenza sessuale degenerata in omicidio, ma questa ipotesi non convince Montalbano (Luca Zingaretti), che inizia la sua indagine partendo dalla vittima. Il commissario scopre subito che la povera Agata era una cara amica di Livia (Sonia Bergamasco) che l’aveva conosciuta a Genova, dove la ragazza aveva lavorato per un paio d’anni prima di ritrasferirsi di nuovo a Vigàta, assunta all’archivio comunale. Agata, timida e riservata, concedeva la sua amicizia e il suo amore a poche persone. E su quelle si concentra l’indagine di Montalbano, perché gli è presto chiaro che a uccidere Agata è stato qualcuno che le era molto vicino.
Trama de La rete di protezione
Il secondo episodio, che sarà trasmesso lunedì 16 marzo, è La rete di protezione, e vede nel cast oltre ai fedeli volti della serie, Carolina Carlsson, Graziano Piazza, Tuccio Musumeci, Fredrik Hiller, Disa Östrand, Ketty Governali, Carmelinda Gentile, Mario Pupella e Ivan Giambirtone.
L’ingegner Sabatello (Graziano Piazza) si reca da Montalbano per portargli alcuni filmini superotto girati per decenni dall’ormai defunto padre che raffigurano sempre la stessa cosa: l’inquadratura fissa di un muro. Il commissario intuisce che non si tratta solo di un fatterello bizzarro, ma che dietro quelle strambe pellicole si nasconde una remota vicenda dalle tinte tragiche e fosche. Non sarà però solo questo cold case a impegnare il commissario perché, proprio in quei giorni, nella scuola frequentata dal figlio di Augello (Cesare Bocci) viene compiuto uno spaventoso quanto incomprensibile attentato. Due individui a volto coperto fanno irruzione nell’istituto, sparano seminando il terrore fra insegnanti e ragazzi e lanciano un loro minaccioso e oscuro proclama. Un nuovo mistero su cui fare luce e giustizia.
Montalbano tornerà?
Dopo aver girato gli ultimi tre episodi, di cui il terzo andrà in onda il prossimo anno, è lecito chiedersi se Zingaretti tornerà ancora nelle vesti del commissario campione d’ascolti.
“Ho bisogno di digerire il dolore e riflettere se sarà il caso di continuare – svela l’attore – Sicuramente Montalbano tornerà il prossimo anno con l’ultimo episodio che abbiamo girato, poi non so. Ciò che più desidero è che Alberto e Andrea siano ricordati in modo festoso, un po’ come si fa in Messico, perché loro la vita se la sono goduta fino all’ultimo“.
Roberto Puntato