Il film, realizzato con i bambini della sezione B della scuola Daniele Manin di Roma dal 2015 al 2020, ha vinto la Menzione speciale della giuria ad Alice nella città 2022. Prodotto da Indigo Film con Rai Cinema in collaborazione con Sky Documentaries, arriva al cinema dal 13 febbraio con Indigo Film
La regista Sophie Chiarello segue per cinque anni, con la sua telecamera, gli alunni di una classe elementare così da catturare il loro punto di vista sul mondo.
Ne vien fuori Il cerchio, bellissimo e preziosissimo documentario che racconta i bambini di oggi e il loro complesso universo.
In cerchio, i bambini si ascoltano e si relazionano fra loro: ridono, discutono, si confrontano. Così, dalla prima alla quinta elementare (anno dello scoppio della pandemia), assistiamo commossi alla loro crescita, entrando gradualmente in quel mondo che spesso per gli adulti non è facile da afferrare.
Il lavoro svolto dalla Chiarello è davvero encomiabile per precisione, pazienza e sensibilità: abbassando il suo sguardo ad altezza bambino, la regista cattura il punto di vista dei suoi piccoli protagonisti, regalandoci un film che è un vero tripudio di emozioni.
E’ infatti impossibile non ridere, piangere, intenerirci, indignarci di fronte a Il Cerchio: un film che si forma e trasforma continuamente e che afferra la voce e la verità dei bambini, della scuola e della società nel loro complesso.
La regista si lascia infatti guidare totalmente dai suoi ragazzi, senza porsi limiti o preconcetti, senza ricercare verità assolute e soprattutto senza sapere cosa aspettarsi davvero da questo bellissimo viaggio.
Sceglie di eliminare il più possibile l’artificio-cinema, rendendo palese la presenza della macchina da presa e lasciando liberi i piccoli protagonisti di relazionarvisi.
Il risultato ha la bellezza dell’imprevedibilità e la magia della autenticità e ci spinge a riflettere su chi siano davvero i bambini di oggi, su cosa riescano ad afferrare del mondo degli adulti e su come affrontino le sfide che incontrano sul loro cammino. Ci spinge soprattuto a riflettere sul nostro futuro e a sperare, un po’ come i nostri protagonisti, che un mondo migliore sia ancora possibile.
Un film che meriterebbe di essere visto il più possibile, non solo perché splendida testimonianza di un’epoca, ma perché tocca il cuore come pochi lavori italiani sono riusciti a fare negli ultimi anni.
Ilaria Berlingeri