Distribuito in Italia da Warner Bros. Home Entertainment, il film arriva in esclusiva digitale per l’acquisto e il noleggio dal 6 dicembre sulle piattaforme Apple TV App, Itunes, Google Play, Youtube, Infinity, Sky Primafila, Chili, Rakuten TV, TIMvision, Playstation Store e Microsoft Film&TV
Il bellissimo romanzo di Donna Tartt, Premio Pulitzer nel 2014, diventa un film diretto da John Crowley (Brooklyn) e interpretato, fra gli altri, da Ansel Elgort, già apprezzato in Baby Driver, Nicole Kidman, Jeffrey Wright e Sarah Paulson.
New York. Il tredicenne Theo Decker (Oakes Fegley/Ansel Elgort) sopravvive ad un attentato terroristico al Metropolitan Museum of Art, che uccide sua madre e manda in frantumi la sua vita. Rimasto solo, viene accolto dalla ricca famiglia di un suo compagno di scuola, la cui madre (Nicole Kidman) instaura con lui un delicato rapporto affettivo. La nostalgia e il senso di colpa si fanno per Theo sempre più insopportabili; l’unica cosa che riesce a consolarlo è “Il cardellino”, un piccolo quadro che ha recuperato dalle macerie e poi nascosto, che porta la firma di Fabritius, allievo di Rembrandt e maestro di Vermeer. La vita di Theo procederà tra il negozio di antiquariato di Hobie (Jeffrey Wright), l’amore per la sopravvissuta Pippa (Ashleigh Cummings), il trasferimento a Las Vegas in compagnia dell’inaffidabile padre (Luke Wilson), l’amicizia con il coetaneo Boris (Finn Wolfhard/Aneurin Barnard), immigrato ucraino che lo inizia al furto e alle droghe, l’attività di antiquario e il sottobosco criminale di Amsterdam.
Il cardellino è una storia dal sapore dickensiano, eppure profondamente calata nella nostra contemporaneità. Un racconto di formazione che scandisce la discesa agli inferi del protagonista, segnato dal peso del passato e dal senso di colpa, che finiscono per condizionare tutta la sua vita di adolescente e di uomo.
Crowley narra l’incapacità di accettare la perdita e di superare un trauma inaccettabile come un attentato terroristico, trasportando sullo schermo il caos esistenziale, la caducità umana e l’incertezza della vita di cui è intriso il romanzo della Tartt.
Ci mette di fronte, così, alla dolorosa storia di sopravvivenza di un giovane uomo, in un mondo in cui gli adulti sono per lo più incapaci di assumersi responsabilità e di prendersi cura degli altri.
Pur non riuscendo mai a colmare l’infelicità che lo opprime, ciò che strappa Theo alla solitudine è il potere dell’amicizia, imperfetta, pericolosa e complicata, e soprattutto dell’arte e della bellezza, simboleggiata da quel cardellino, ricordo di un passato felice e dell’innocenza perduta, che riesce a dare un senso al suo disordine interiore.
Come il romanzo d’origine, anche il film procede per flashback e si apre con il protagonista trentenne che rivive a ritroso la sua adolescenza, a partire dal suo trauma più grande.
L’impresa di trasporre sullo schermo un romanzo così denso di eventi e al contempo libero ed emozionante non era certo facile, ma Crowley, pur sacrificando molte parti, ne esce in modo decoroso, rispettandone lo spirito e analizzando adeguatamente le psicologie dei personaggi. Ne deriva un’opera toccante e al tempo stesso cruda ed amara, proprio come la vita.
Alberto Leali