La prima rock band italo-inglese che ha sperimentato la collaborazione creativa con l’intelligenza artificiale (IA)
Negli ultimi tempi sta trovando sempre più spazio online, e in particolare sui social, la musica generata tramite intelligenza artificiale.
Un particolare successo hanno riscosso in questi mesi, per esempio, le improbabili cover che mettono insieme artisti provenienti da generi completamente diversi, cantanti deceduti alle prese con i successi più recenti e, addirittura, voci di personaggi televisivi e protagonisti di meme che si cimentano con brani famosi.
Al di là delle tante idee realizzate con intento ludico (spopolano, per esempio, quelle con protagonista Gerry Scotti), però, non mancano esperimenti più intriganti, che provano a combinare la creatività umana con le potenzialità delle più moderne tecnologie, come nel caso del progetto dei The Pillheads.
Nuove tecnologie: le potenzialità dell’IA
Di intelligenza artificiale se ne parla ormai ampiamente da tempo come di una tecnologia destinata a rivoluzionare molti aspetti della nostra quotidianità. Abbiamo già avuto modo di sperimentare numerose applicazioni di questa tecnologia, dal mondo del lavoro al settore dell’intrattenimento online, dove per esempio le piattaforme che si occupano di giochi di casino sfruttano ampiamente tali sistemi per gestire in maniera più efficace le meccaniche delle slot più avanzate come Rex The Hunt e degli altri svaghi, oltre che per migliorare i livelli di sicurezza complessivi, ma molti altri ambiti saranno interessati da questo cambiamento in maniera profonda.
Grazie alle sue capacità di apprendimento automatico, analisi predittiva ed elaborazione dati su vasta scala, infatti, l’IA offre soluzioni innovative ed efficienti in ogni campo, dalla medicina alla ricerca scientifica, fino alla gestione aziendale e molto altro. La sua capacità di elaborare enormi quantità di informazioni in tempi ridotti consente di prendere decisioni più informate e di individuare modelli nascosti altrimenti sfuggenti, ma anche di creare prodotti completamente nuovi in ambito artistico con l’IA generativa. Quest’ultima è sicuramente una tecnologia da migliorare, eppure già si possono osservare risultati interessanti, come nel caso delle immagini realistiche e delle composizioni musicali create da PC.
The Pillheads: una collaborazione tra musicisti e intelligenza artificiale
Uno dei progetti più interessanti in questo senso è quello dei The Pillheads, la prima rock band italo-inglese a sperimentare la collaborazione creativa con l’intelligenza artificiale (IA).
La loro ultima creazione, il singolo “Sei una mente creativa?”, rappresenta una rivoluzionaria anteprima di cosa accade quando il talento umano e l’IA si fondono nella composizione musicale.
Portato avanti con l’utilizzo di Chat GPT per la scrittura dei testi e di AIVA per la composizione musicale, il procedimento creativo dei The Pillheads ha portato alla rapida generazione di file audio che sono stati integrati nella struttura del brano. La differenza tra il processo compositivo umano, che ha richiesto giorni di lavoro, e quello guidato dall’IA è impressionante: pochi secondi sono stati infatti sufficienti per creare un’opera musicale completa e soprattutto unica.
I vantaggi dell’IA nella creazione di musica
Utilizzare l’intelligenza artificiale nel processo creativo rappresenta sicuramente un incredibile vantaggio per i musicisti, come dimostrato proprio dall’esperimento dei The Pillheads. Grazie alla tecnologia, infatti, si possono ridurre notevolmente i tempi senza perdere nulla in termini qualitativi, a patto ovviamente di fare un uso corretto dello strumento e di combinare efficacemente le capacità umane non replicabili e le caratteristiche tipiche dell’IA.
Una delle caratteristiche più sorprendenti dell’IA è proprio la sua velocità, che, se da un lato permette una produzione estremamente rapida, dall’altro continua a garantire un elemento di irripetibilità. L’IA, infatti, genera risultati mai identici, rendendo ogni sua creazione unica e anti-cover, in un certo senso anche più fantasiosa rispetto a quella umana.
È importante però sottolineare anche che l’IA ha dei limiti creativi ben definiti. I suoi algoritmi si ispirano sempre a produzioni mainstream e, sebbene sia in grado di generare testi e parti musicali simili su uno stesso tema, non riesce a replicare l’autenticità e la complessità della parte suonata da musicisti con strumenti tradizionali come chitarra, basso e batteria, il che rende fondamentale la presenza degli artisti in carne e ossa.
Un altro aspetto interessante emerso da questo esperimento è poi quello della limitazione fonetica nell’interpretazione della lingua italiana (meno per quella inglese) da parte dell’IA, specialmente nella voce femminile. Quest’ulteriore elemento di difficoltà suggerisce che, almeno per ora, la creazione musicale originale e autentica rimane saldamente nelle mani delle band “reali” e dei compositori umani, i quali continuano ad avere un ruolo artistico irripetibile.
Gli stessi membri dei The Pillheads considerano questo progetto un esperimento di grande valenza, ma che non rappresenta una sostituzione del tradizionale processo artistico, tant’è che la band continua infatti a utilizzare attrezzature analogiche nelle proprie registrazioni, a dimostrazione che, nonostante le potenzialità dell’IA, la passione e l’autenticità umane rimangono un elemento insostituibile nella generazione di nuova musica.