Avete mai pensato a una sfida tra gli abitanti dell’Età della Pietra e quelli dell’Età del Bronzo, magari in un immenso e gladiatorico stadio di calcio? Beh, la bizzarra idea è venuta a Nick Park, noto per aver co-diretto gli irresistibili Galline in fuga e Wallace & Gromit – La maledizione del coniglio mannaro, che per la prima volta veste il ruolo di regista unico in una grande produzione della Aardman Animations.
I primitivi è infatti un film d’animazione ad alto costo che, oltre a sorprendere per l’ammirevole lavoro sugli effetti speciali e la computer grafica, sulla claymation che dà fisicità tattile ai circa 273 pupazzi utilizzati e sull’abile model animation, diverte per l’arguzia della trama e per la gustosa caratterizzazione dei personaggi.
Il contrapporre due mondi distanti, quello bucolico e sereno dell’Età della pietra con quello fastoso e commercializzato dell’Età del Bronzo, è l’occasione per raccontare una storia non banale di forza e riscatto, attraverso l’unico e inatteso punto di contatto fra le due civiltà, il gioco del calcio.
Una storia dallo stile epico, che mescola ironicamente Il Gladiatore, Fuga per la vittoria e Dodgeball, imbastendo anche una satira pungente su fenomeni diffusissimi del calcio di oggi, come arbitri venduti, società avide, giocatori/star strapagati e senza spirito di squadra. Irresistibili, in particolare, gli arroganti membri del team del Real Bronzio e il loro leader effemminato e maniaco del denaro Lord Nooth, doppiato nella versione italiana da un eccezionale e irriconoscibile Salvatore Esposito.
Meno nonsense, slapstick e anarchico di Shaun- Vita da pecora, di cui Park ha firmato il soggetto, ma comunque ricco di personaggi che evidenziano l’anima più squisitamente surrealista della Aardman (il cinghiale Grugno, il coniglio che irride il suo ruolo di preda, il piccione viaggiatore che interpreta i messaggi che consegna, la roccia che si sacrifica per il bene comune), I primitivi è un film che diverte, coinvolge e appassiona. E soprattutto si sofferma sui principi che dovrebbero essere alla base non solo del calcio, ma di tutti gli sport, ovvero la lealtà, la tenacia, la resistenza, la parità e lo spirito di squadra.
Ma non meno importante è l’invito rivolto ai più giovani di portare avanti i propri sogni, che gli adulti, stanchi e disillusi, non hanno più la forza di trascinare. A tal proposito, emblematici sono i personaggi del piccolo Dag (doppiato da Riccardo Scamarcio), pronto a tutto pur di salvare la sua tribù, e del vecchio e tradizionalista Barbo (Corrado Guzzanti), più propenso a gettare la spugna e a sottomettersi agli eventi. Da segnalare, inoltre, il personaggio femminile di Ginna, doppiata da Paola Cortellesi, energica e appassionata tifosa e talentuosa giocatrice, che abbatte il cliché che il calcio è solo roba per maschi.
Alberto Leali