I morti non muoiono, il nuovo lavoro di Jim Jarmusch che ha aperto il Festival di Cannes 2019, è ambientato nella sonnacchiosa cittadina di Centerville, dove, in seguito a misteriosi fenomeni climatici, i morti iniziano ad uscire dalle loro tombe e a nutrirsi di esseri viventi.
Così, dopo i vampiri di Solo gli amanti sopravvivono, Jarmusch torna al cinema di genere, stavolta rileggendo a modo suo lo zombie-movie.
Ne deriva un divertissement raffinato e cinefilo, che sceglie di non discostarsi dai topos del genere, rimanendo al contempo fedele allo stile stralunato e surreale del suo autore.
Così come George A. Romero, citato e omaggiato, anche Jarmusch utilizza lo zombie-movie come critica alla società dei consumi: i suoi non morti, infatti, si risvegliano ancorati alle loro ossessioni terrene (caffè, wi-fi, Chardonnay, cellulari, giocattoli, vestiti, xanax, ecc).
Essi sono soprattutto immagine di una società addormentata, ammansita, schiava dei propri vizi: non solo l’America di Trump, ma anche il mondo in cui tutti noi viviamo e ripetiamo le stesse azioni e le stesse frasi. Solo chi vi si allontana, scegliendo uno stile di vita immerso nella natura o addirittura un altro pianeta, può sperare di salvarsi.
Ma interessante è anche la premessa ambientalista che dà il via alla vicenda: il riscaldamento globale, infatti, ha portato il pianeta a cambiare asse e a girare in senso opposto, scatenando calamità naturali e l’apocalisse degli zombie.
A Jarmusch, però, stavolta interessa soprattutto divertirsi, così mette in scena la solita galleria di personaggi bizzarri, sfoderando il suo inconfondibile umorismo dell’assurdo.
I momenti più divertenti e geniali de I morti non muoiono, però, sono soprattutto di carattere metacinematografico, affidati a due aficionados del cinema di Jarmusch come Bill Murray e Adam Driver. A dire il vero, l’intero cast è pieno di amici del regista e immancabili protagonisti delle sue pellicole, da Tilda Swinton a Chloë Sevigny, da Tom Waits a Iggy Pop.
Meno accattivante e incisivo di altri lavori di Jarmusch, I morti non muoiono resta comunque un’opera colta e gustosa, che lo conferma come uno dei più importanti autori del cinema indipendente americano.
Avvertenza: il placido pezzo del cantautore country Sturgill Simpson, che ha lo stesso titolo del film, si ficca in testa con la forza di un martello.
I morti non muoiono arriva al cinema dal 13 giugno distribuito da Universal Pictures.
Alberto Leali