Al cinema dal 4 novembre con Warner Bros. Italia
La pellicola prequel de I Soprano arriva finalmente nelle sale italiane e non delude affatto le aspettative. Perché I molti santi del New Jersey, diretta da uno degli storici registi della serie, Alan Taylor, e scritta da David Chase (ideatore dello show) con Lawrence Konner, è davvero un’operazione rischiosissima, scegliendo di mettere in scena il percorso de-formativo di Tony Soprano, personaggio iconico di una tra le più grandi serie televisive di ogni tempo.
Scenario della vicenda sono gli esplosivi anni ’60, quelli delle rivolte di Newark e dei violenti scontri fra la comunità afroamericana e quella italiana. Il giovane Anthony Soprano (Michael Gandolfini) cresce proprio in quest’epoca tumultuosa, mentre gangster rivali iniziano a insorgere e a sfidare la supremazia della potente famiglia criminale DiMeo. Dickie Moltisanti (Alessandro Nivola), lo zio che Anthony idolatra, è un soldato dei DiMeo, profondamente coinvolto dai tempi che cambiano e in lotta per gestire le sue responsabilità, sia professionali che personali. La sua influenza sul nipote contribuirà a trasformare un adolescente impressionabile nel boss mafioso che anni dopo arriveremo a conoscere.
Ed è proprio il percorso di crescita di Anthony uno degli aspetti più interessanti della pellicola, che riesce ad arricchire con nuove sfumature un personaggio che ne I Soprano viveva un indomabile conflitto tra sensibilità e aggressività. Anthony è, infatti, ben lontano dall’avere la pasta del gangster armato di pistola, è piuttosto un giovane curioso ed emotivo, la cui personalità viene gradualmente modellata dal rapporto con suo zio. Dickie Moltisanti, gangster di scorsesiana memoria nonché personaggio centrale di questo prequel, diviene infatti la guida che Tony non ha mai avuto, a causa di una madre emotivamente instabile e di un padre condannato al carcere.
I molti santi del New Jersey mantiene giustamente i toni della serie d’origine, raccontando la malavita organizzata attraverso una visione ora ironica ora drammaticamente realista, nonché giustapponendo vicende famigliari e intrighi del potere. Vincente risulta, infatti, la scelta della sceneggiatura di concentrarsi sulle lotte affrontate da Dickie per bilanciare i suoi affari con la sua vita personale, di cui l’educazione del nipote rappresenta forse la sfida più grande.
Ne deriva un lavoro feroce e brillante, appassionante e stratificato, che grazie al corposo materiale messo in campo, arricchisce l’universo della serie senza snaturarlo, facendo così la gioia dei fan.
Degno di lode il giovane Michael Gandolfini nel ruolo di Tony Soprano, personaggio reso cult proprio dal compianto padre James, ma in generale tutto il cast del film è all’altezza dell’operazione.
Maria Grande