Jacques Audiard utilizza il western per sondare l’animo umano: vincitore del Premio della Regia a Venezia 75, I Fratelli Sisters arriverà nelle sale italiane dal 2 maggio
Per il suo primo film in lingua inglese, Jacques Audiard abbandona inaspettatamente le periferie urbane per mettere in scena un anomalo ed intimo western di formazione, che indaga sugli albori della civiltà occidentale.
Siamo nel 1851, in una frontiera americana ormai prossima al cambiamento, e due fratelli (Joaquin Phoenix e John C. Reilly), che di cognome fanno Sisters, sono killer mercenari assoldati dal Commodoro (Rutger Hauer) per scovare un chimico (Riz Ahmed) che ha messo a punto un processo per separare l’oro dagli altri residui minerali. A precederli nella caccia c’è però il detective John Morris (Jake Gyllenhaal).
Adattando il romanzo omonimo di Patrick deWitt, Audiard non si rifà affatto alla mitologia del western classico, ma si concentra sul percorso interiore dei due fratelli durante il loro viaggio intrapreso dall’Oregon alla California, riflettendo sulla natura dell’uomo e sulla possibilità di un suo mutamento.
Il regista francese sottolinea, così, i contrasti fra Charlie (Joaquin Phoenix), più duro e pragmatico, dedito ad uccidere e sbronzarsi, ed Eli (John C. Reilly), più sentimentale e riflessivo, desideroso di farla finita con quel tipo di vita, perché stanco della solitudine e del girovagare errabondo.
Cresciuti all’ombra di un padre violento e ubriacone e destinati a mettere da parte i propri sogni per intraprendere la strada del crimine, i fratelli Sisters sono personaggi così complessi e sfaccettati che nel loro disegno è facile individuarvi il celebre tocco audiardiano.
Bambini mai cresciuti, segnati dai rimorsi e dai sensi di colpa, dalla malinconia e dalla disillusione, i due evidenziano la capacità del maestro francese di imprimere forza ai drammi interiori dei suoi personaggi.
Inoltre, gli eleganti movimenti di macchina e le inquadrature che evidenziano il contrasto tra la forza distruttiva dell’uomo e la bellezza della natura selvaggia supportano l’atipica ibridazione di toni, temi e stili.
Mutano le ambientazioni e il periodo storico narrato, dunque, ma resta intatta l’analisi sull’uomo e sulle sue relazioni, sulla violenza e sulla ricerca della felicità, sugli errori e sulla possibilità di un cambiamento. Il finale, poi, ironico, tenero e straniante, è una vera chicca e un sorprendente ritorno alle origini.
Vincitore del Leone d’argento per la miglior regia a Venezia e presentato in anteprima al RENDEZ-VOUS, festival del nuovo cinema francese di Roma alla presenza del regista, I Fratelli Sisters arriverà nelle sale italiane dal 2 maggio distribuito da Universal Pictures.
Alberto Leali