Quattro prime serate su Canale 5 a partire dal 17 gennaio
Al via, da mercoledì 17 gennaio, in prima serata su Canale 5, I Fantastici 5, la nuova serie tv in 8 puntate, diretta da Alexis Sweet e Laszlo Barbo, che racconta la storia di un gruppo di giovani e celebri atleti paralimpici e del loro allenatore, in cerca dell’occasione che dia una svolta alla sua carriera.
Quest’ultimo, Riccardo Bramanti, interpretato da Raoul Bova, ha dedicato tutta la vita all’atletica, anche a costo di trascurare la moglie, da cui è separato, e le figlie, che si sono trasferite in Germania con la madre.
Dopo la morte di quest’ultima, le ragazze sono tornate a vivere con Riccardo, ma i rapporti fra i tre non sono facili, perché si sentono quasi degli estranei.
Riccardo, che troviamo all’inizio della serie alla guida di un gruppo di atleti under 12 in un modesto campetto di provincia, è ora pronto a trasferirsi al Centro Sportivo della Nova Lux di Ancona, prestigiosa società sportiva al vertice del panorama nazionale per quanto riguarda l’atletica paralimpica italiana.
I quattro velocisti che Riccardo dovrà allenare, e continuamente sotto i riflettori, si devono preparare agli Europei. Si tratta di Greta, amputata e con una protesi alla gamba sinistra, Christian (Vittorio Magazzù), in sedia a rotelle, Elia (Enea Barozzi) con difficoltà neuronali legate al movimento, e Marzia (Fiorenza D’Antonio), cieca. Insieme a loro c’è anche Laura (Chiara Bordi), una ragazza amputata ad una gamba appena arrivata al centro, ma di cui Riccardo intuisce subito le potenzialità.
Il rapporto tra Riccardo e i ragazzi, però, tarderà a sbocciare, perché i secondi, schivi e individualisti, guardano con sospetto e sufficienza un allenatore che prima di loro seguiva una squadra di ragazzini.
Ma Riccardo riuscirà a rendere i singoli una squadra, facendo capire loro cosa significhi essere felici attraverso lo sport e dando, al contempo, una svolta alla sua vita privata oltre che professionale.
I Fantastici 5 è un racconto di formazione che lancia messaggi importanti, parlando di speranza, coraggio, riscatto e inclusività.
Lo fa in modo non buonista, pietista o lacrimevole, e lo dimostra il fatto che i protagonisti, giovani atleti con disabilità, siano delle vere e proprie star.
Ragazzi forti e corazzati, che hanno imparato a nascondere le loro fragilità – che gradualmente verranno fuori durante la serie – trovando il successo e la realizzazione nello sport. Riccardo, invece, una star non lo è affatto, ma crede profondamente nel proprio lavoro, trovando, grazie a questi ragazzi, la grande occasione per rilanciarsi ad alti livelli. Seppur inizialmente bistrattato e deriso, diventerà per loro una guida preziosa, riuscendo a toccare le loro corde più profonde e smussando le loro asperità.
Raoul Bova si trova qui alle prese con un ruolo molto variegato: marito in crisi, professionista in cerca di riscatto, mentore di ragazzi abituati a stare sotto i riflettori e dall’approccio brusco.
“Questa serie ha il merito di rompere il muro della normalità, perché va contro tutti i cliché che solitamente vediamo in prodotti apparentemente simili – racconta Bova – Qui i ragazzi con disabilità non devono dimostrare di farcela, ma sono già dei campioni. È il loro allenatore, semmai, che deve dimostrare di essere alla loro altezza. Riccardo li condurrà in un importante percorso di crescita, farà capire loro quanto sia importante la felicità per un atleta. Dovete essere felici per essere vincenti, dice spesso il mio personaggio. Cosa significa? Che i campioni non sempre sono felici, anzi. Hanno delle responsabilità da mantenere, l’ansia da prestazione, si convincono che la vittoria sia la normalità e che la sconfitta sia la perdita di tutto ciò che hanno faticosamente conquistato. Questa serie vuole raccontare, invece, che vincere vuol dire essere felici, non dei campioni. Vuole far luce sulle difficoltà che ognuno di noi deve affrontare quando ha a che fare con lo sport. Perché lo sport è democratico e rende tutti uguali, indipendentemente dalle problematiche individuali”.
I Fantastici 5, realizzata da LUX VIDE, società del gruppo Fremantle e prodotta da Matilde e Luca Bernabei, è una serie dal sapore internazionale che, oltre al tema della disabilità, affronta in modo schietto argomenti universali come lo sport, la passione, il sacrificio, la famiglia.
“Può contribuire a cambiare la prospettiva sui paralimpici, a vederli non come eroi ma come persone”, afferma Chiara Bordi, attrice con disabilità già apprezzata nella serie Prisma e qui nel ruolo di Laura.
Efficaci sono tutti gli attori in scena, in particolare i giovani protagonisti, composti sia da ragazzi con disabilità che normodotati, e che si dimostrano spontanei e credibili. Nel cast si segnala anche la presenza di Francesca Cavallin, nel ruolo della severa presidente della NovaLux Sofia Calabresi; Gaia Messerklinger, nei panni dell’esuberante fisioterapista Alessandra, che ha perso una gamba durante un incidente e che farà battere di nuovo il cuore di Riccardo Bramanti; e Gianluca Gobbi nel ruolo dell’adorabile Freddie, responsabile medico del Centro Sportivo, un tempo ex atleta ed oggi in carrozzina.
Alberto Leali