Diretta da Claudio Longhi, un’opera tra eros, politica e storia
Dal 3 al 17 aprile, il Teatro Argentina di Roma ospita il debutto di Ho Paura Torero, il capolavoro struggente e visionario dello scrittore cileno Pedro Lemebel. In scena, l’adattamento teatrale diretto da Claudio Longhi, con Lino Guanciale nel ruolo del dramaturg e interprete della Fata dell’angolo, una figura travestita e sensibile che diventa simbolo della passione e del desiderio, in un contesto che mescola sogno e storia, eros e politica.
Ho Paura Torero, romanzo del 2001 di Lemebel, racconta la storia di una Santiago di Cile nel 1986, un paese segnato dalla dittatura di Pinochet. Attraverso un caleidoscopio di personaggi, tra cui la Fata dell’angolo, il giovane Carlos (militante del Fronte Patriottico Manuel Rodríguez), il generale Pinochet e la sua fedele Doña Lucía, Lemebel dipinge un quadro di tensione sociale, solitudine e lotta. La città è un palcoscenico di notti marimbe, blackout improvvisi e canzoni malinconiche, dove le storie si intrecciano, danzando un destino inevitabile e grottesco.
Il lavoro di adattamento di Claudio Longhi e Lino Guanciale è un viaggio emozionale che cerca di riprodurre la polifonia e la complessità del romanzo attraverso la scena teatrale. Guanciale, appassionato del mondo letterario sudamericano contemporaneo, racconta come il suo amore per Lemebel e il suo stile letterario abbia portato alla decisione di portare questa opera potente e intensa in teatro. “Ho Paura Torero” si fa teatro di città, di un Cile e di una Santiago alle prese con la propria storia, il proprio presente e la propria memoria.
Lino Guanciale sottolinea l’intenzione di non tradire la scrittura originale, cercando di mantenere in scena l’essenza della narrazione e del linguaggio di Lemebel, pur adattandolo alla forma teatrale. Questo lavoro complesso e delicato permette allo spettatore di entrare in contatto con la contemporaneità e le sue contraddizioni, rispettando il tono emotivo e le implicazioni politiche e sociali del romanzo.
Per Claudio Longhi, “Ho Paura Torero” non è solo un omaggio alla scrittura di Lemebel, ma anche un’opera che invita a confrontarsi con il passato e con le sue ingiustizie, un’analisi fondamentale in un presente che rischia di perdere memoria storica. L’invito a fare i conti con la storia e a non dimenticare è una delle linee guida dello spettacolo, che gioca con le forme e le strutture del romanzo per tradurre questa molteplicità di voci in un’esperienza emotiva e teatrale unica.
In scena, Ho Paura Torero non è solo una rappresentazione teatrale: è un viaggio sensoriale e politico, un atto di memoria e di resistenza. Un’opera che, attraverso l’intreccio di storia, passione e identità, racconta la lotta di un popolo e la ricerca del desiderio. Il lavoro teatrale, come il romanzo, rimane un tributo alla scrittura di Lemebel, che con ironia e visione ha saputo esplorare la vita ai margini, l’invisibilità e l’emancipazione attraverso una penna straordinaria e provocatoria.
Con questa messa in scena, Ho Paura Torero diventa un omaggio al talento di Pedro Lemebel (1952-2015), icona della letteratura queer e figura fondamentale del panorama culturale sudamericano, che ha saputo raccontare le verità invisibili e le battaglie di chi è stato emarginato dalla storia e dalla società.
Alberto Leali