Presentato in concorso alla 74ª Berlinale, arriva in sala dall’11 aprile con 01 Distribution
Venezia, all’alba del 1800. Teresa, soprannominata “la muta”, lavora come domestica al Sant’Ignazio, un decadente istituto musicale per educande. L’imminente visita del nuovo Papa, Pio VII, getta l’istituto in fermento e, mentre il maestro del coro fatica a comporre qualcosa per l’occasione, Teresa scopre uno strumento musicale di nuova invenzione, il pianoforte. Sarà lei, grazie al suo innato e ineducato talento musicale, ad attirare le attenzioni delle altre ragazze che, insieme, decideranno di prendere in mano il destino dell’istituto per proporre una musica decisamente poco classica.
Stupisce il bell’esordio alla regia di Margherita Vicario. Gloria! è un’opera rivoluzionaria per il modo in cui racconta un contesto misconosciuto mescolando, con freschezza e originalità, film in costume, dramma, racconto di formazione, commedia musicale e feel-good movie.
Sia per riferimenti che per stile, il film è un curioso concentrato di “alto” e “basso”, un’opera orgogliosamente pop che si sviluppa in seno all’affresco storico: come se Sister Act incontrasse Barry Lyndon e dalla loro unione nascesse qualcosa che possiede entrambi, ma non assomiglia a nient’altro.
Così, sfruttando efficacemente i codici del racconto popolare, la Vicario getta luce su intere generazioni di donne che nell’epoca raccontata dal film venivano educate come musiciste di livello, senza però avere la possibiltà di sviluppare un proprio percorso creativo né tantomeno di affermarsi.
La regista omaggia queste artiste tenute ai margini e generalmente dimenticate, inventando un irresistibile gruppo di ribelli che uniscono le forze e gli strumenti di cui dispongono per crearsi una via di fuga attraverso la musica.
Sono, infatti, proprio i momenti di creazione musicale i più riusciti della pellicola, quelli in cui vediamo le ragazze attratte dai suoni nuovi, eccitate da un qualcosa che parla al cuore e che si rivela contagioso, prorompente e liberatorio.
Il risultato è un film brioso e originale, che certamente cavalca, per temi, l’onda dei tempi che cambiano, ma con un’energia e una libertà che oggi è raro trovare nel cinema italiano.
La Vicario che, oltre a dirigere e co-sceneggiare il film con Anita Rivaroli, ha anche composto le musiche originali, si serve, inoltre, di un cast piacevolmente bizzarro, che riunisce nomi come Paolo Rossi (bravissimo), Elio, Natalino Balasso, Vincenzo Crea e Anita Kravos.
Ma ad illuminare il film sono soprattutto le sue vivaci e straordinarie protagoniste, in particolare Galatea Bellugi nei panni di Teresa, ma anche Carlotta Gamba, Maria Vittoria Dallasta, Sara Mafodda e Veronica Lucchesi (del duo La Rappresentante di Lista).
Qualche inciampo narrativo e un certo didascalismo da opera prima nulla tolgono al valore di un film folgorante, giocoso e diverso da tutto ciò che il nostro cinema ci ha mostrato fino ad oggi.
Ilaria Berlingeri