Un’accurata rilettura degli anni ’70 attraverso la vita di uno dei suoi protagonisti più coraggiosi e rivoluzionari
E’ stato presentato come evento di preapertura della Festa del Cinema di Roma 2019 Gli anni amari, il film di Andrea Adriatico sulla vita dell’attivista gay Mario Mieli vissuto negli anni ’70.
Il film ha per protagonisti Nicola Di Benedetto, Sandra Ceccarelli, Antonio Catania, Tobia De Angelis, Lorenzo Balducci, Giovanni Cordì, Francesco Martino e Davide Merlini.
Distribuito da I Wonder Pictures, Gli anni amari è coprodotto da Cinemare (con Saverio Peschechera), Rai Cinema e Pavarotti International (con Nicoletta Mantovani, “sedotta dalla personalità di Mario Mieli e dalla sua ricerca di libertà”).
Da martedì 17 novembre 2020 Gli anni amari entrerà nel programma di #iorestoinsala, ovvero film disponibili on line che possono essere visti sul sito del proprio cinema del cuore. La programmazione sarà preceduta da un incontro/live streaming, alle 20:30, con il regista Andrea Adriatico e il protagonista Nicola Di Benedetto. Modera Andrea Romeo di I Wonder Pictures.
Contemporaneamente, sempre il 17 novembre, Gli anni amari uscirà anche in DVD e in molte piattaforme digitali: iTunes, Google Play, Chili, Rakuten e CG Entertainment.
Cosa racconta GLI ANNI AMARI
Gli anni amari rievoca la breve vita di Mieli fino al suicidio: “Oggi purtroppo è ancora difficile fare un film sugli omosessuali– racconta il regista Andrea Adriatico – Gli anni amari è stato un progetto lungo e faticoso, ma mi sembrava doveroso farlo, soprattutto per le nuove generazioni che conoscono a malapena Mario Mieli, un genio che seduceva tutti coloro con cui entrava in relazione”.
Il film muove i suoi passi dall’austero liceo milanese in cui Mario esprime già con coraggio la propria personalità chiedendo di farsi chiamare Maria, e dal rapporto ambivalente con la sua ricca famiglia di industriali.
Un viaggio a Londra indica a Mario la chiave futura del suo attivismo: la lotta politica attraverso la teatralità e il travestitismo: “i giorni nostri hanno completamente perso quel senso rivoluzionario – dice il protagonista esordiente Nicola Di Benedetto –, quella rabbia intelligente che si è andata a disperdere. Gli anni amari è necessario per riportare in primo piano una figura di cui finora si conosce solo qualche immagine sfocata, anzi pixelata”.
Da quel momento la vita di Mario non ha soste: la prima manifestazione italiana di omosessuali nel 1972 a Sanremo; la pubblicazione presso Einaudi di Elementi di critica omosessuale, pietra miliare negli studi di genere; i comizi in cui arringa le folle al raduno del Parco Lambro o a Bologna nel 1977 quando ruba la scena a Dario Fo; la trasmissione Rai in cui, con tacchi e trucco, intervista gli operai dell’Alfa Romeo sull’omosessualità.
Spiega Grazia Verasani, autrice della sceneggiatura con Stefano Casi e Adriatico, e anche attrice nel ruolo di Fernanda Pivano: “Mieli è stato il promotore di un movimento per la liberazione omosessuale che nacque da una volontà di cambiamento sociale, inclusi l’utopia, il sogno, e un modo ideale, visionario e creativo di mettere il personale e il politico sullo stesso piano. Il film racconta questo clima irripetibile attraverso di lui”.
Ma c’è anche la vita privata: la devozione esoterica inseguendo una proclamata discendenza dai faraoni; la droga e i ricoveri negli ospedali psichiatrici; una fitta rete di amici o amanti, come il giovanissimo cantautore Ivan Cattaneo, l’architetto Corrado Levi e il pittore Piero Fassoni, e soprattutto il rapporto con i membri della sua famiglia.
“La relazione di Mieli con la famiglia è stata complessa e frastagliata e ha creato non pochi problemi alla creazione del film – rivela il regista – L’unica parente che ci ha aiutati è stata la sorella minore Paola, con cui ho iniziato un lungo carteggio circa 10 anni fa. Ma prezioso è stato anche il contributo degli amici più intimi, tra cui Umberto Pasti, fondamentale per il racconto dei suoi ultimi anni“.
E ci sono, soprattutto, gli anni ’70, “quei vitali, difficili, creativi, dolorosi e rimossi anni ’70”, conclude Adriatico: una storia collettiva di impeto libertario e colorate manifestazioni giovanili, sullo sfondo degli anni di piombo e di un’aspirazione rivoluzionaria.
Merita una menzione speciale la colonna sonora di Gli anni amari: ci porta nelle sonorità italiane, più o meno conosciute, degli anni ’70 che accompagnano la vita del protagonista, e che attraversano molti generi esemplari di quell’epoca (“anche se alcuni non hanno concesso le loro canzoni a causa dell’argomento trattato nel film”, rivela Adriatico).