In Attraverso i miei occhi, al cinema dal 7 novembre con 20th Century Fox, la vita di un pilota e della sua famiglia è raccontata dalla prospettiva del suo fedele amico a quattro zampe
Gigi Proietti ancora una volta al doppiaggio nel ruolo del saggio golden retriever Enzo, protagonista di Attraverso i miei occhi, adattamento cinematografico del bestseller L’arte di correre sotto la pioggia di Garth Stein diretto da Simon Curtis (Marilyn, Vi presento Christopher Robin) e con protagonisti Milo Ventimiglia e Amanda Seyfried.
Guardare il mondo e soprattutto interpretarlo con gli occhi di un cane è il tema attorno a cui ruota il film, che mescola abilmente commedia e dramma, lacrime e risate, per raccontare le gioie e i dolori della vita.
Una scena di Attraverso i miei occhi
“Un film che è una grande metafora – racconta Gigi Proietti che nella versione italiana prende il posto di Kevin Costner – perché noi umani avremmo davvero tanto da imparare dai cani, che non conoscono l’odio e la rivalsa, ma solo la fedeltà e la lealtà. Non sono saggio come Enzo né mi sento un maestro di vita, anche se a volte qualcosa mi è capitato di consigliare, specie alle mie figlie o ai miei giovani allievi della scuola di teatro. Penso che oggi sia davvero difficile dare lezioni a qualcuno e la società di certo non aiuta, chiudendo tutto ciò che potrebbe essere prezioso per le nuove generazioni, come i teatri. E’ per questo che mi tengo stretta la direzione artistica del Globe Theatre, perché è una di quelle cose che ho fatto per Roma e che sento resterà“.
Proietti si dichiara molto legato al doppiaggio, che è da sempre un fedele compagno di viaggio del suo percorso artistico. “Il doppiaggio mi ha regalato dei ruoli bellissimi come il Lenny interpretato da Dustin Hoffman, il Genio di Aladdin o il primo Rocky. Come attore, invece, di cinema ne ho fatto poco perché mi offrivano sempre le stesse parti. Noto che oggi specie il cinema italiano risente molto della concorrenza della serialità, si pensi a Netflix che offre spesso prodotti più interessanti di quelli visibili nelle sale. Il cinema italiano ha certamente dei buoni attori ma è un po’ piccolo a livello di storie. Molti film, infatti, potrebbero durare un quarto d’ora, tutto il resto è di troppo. Per fortuna ci sono delle belle eccezioni, come Matteo Garrone, per cui ho interpretato il ruolo di Mangiafuoco nel suo Pinocchio. E’ un regista straordinario e dal punto di vista estetico il film è eccezionale”.
Roberto Puntato