Il Teatro di Roma dedica un focus speciale al lavoro di Gérard Watkins: in scena al Teatro India il nuovo spettacolo Non mi ricordo più tanto bene (20 – 30 maggio) e in un appartamento privato Scene di violenza coniugale (28 maggio – 2 giugno)
Dal 20 al 30 maggio al Teatro India il poliedrico artista internazionale Gérard Watkins porta in scena NON MI RICORDO PIÙ TANTO BENE, nella traduzione di Monica Capuani, una riflessione sul concetto di memoria, a partire dall’indagine sulle condizioni di un malato di Alzheimer.
La perdita patologica della memoria diventa così metafora di una fragilità umana, propria della nostra epoca e della sua particolare concezione del tempo.
Su questa linea il progetto del drammaturgo anglo-francese ha incontrato il lavoro della coreografa e pedagoga Silvia Rampelli attraverso un percorso laboratoriale sul testo dedicato ad un gruppo di anziani over65, un’occasione speciale di ricerca dove la narrazione diventa stimolo per attivare un dialogo tra ricordi, vissuto e presente.
Lo spettacolo racconta la storia di Antoine D, impersonato da Carlo Valli, un uomo che ha 96 anni e non si ricorda più il suo cognome. Sa che è uno storico. Ricorda tutti gli eventi della storia con la S maiuscola ma poco o niente ormai della sua. Si ritrova in pigiama, in uno spazio indefinito.
Con lui, Didier Forbach e Céline Brest – rispettivamente interpretati da Gianluigi Fogacci e Federica Rosellini – che tra una domanda e l’altra, con grande attenzione, provano a scavare nel passato del loro ospite.
Un dubbio s’insinua sulle loro identità e intenzioni reciproche. “Sono medici, poliziotti, ricercatori, terapeuti? Vogliono aiutarlo a recuperare la memoria o a cancellarla, per alleggerire il suo spirito? E lui, Antoine, fa finta? E fra tutte, una domanda s’impone con più forza. Chi sono veramente l’uno per l’altro?”: fra soliloqui che si spingono ai limiti della quarta parete e confessioni autobiografiche, il testo cresce e si struttura su una partitura dialogica sorretta da una lingua che rimuove ferocemente l’altro, negando con violenza la sua presenza o i suoi tentativi di comunicazione.
Non mi ricordo più tanto bene si rivela allora una storia profondamente umana, in cui la dimensione della perdita della memoria si fa simbolo universale del nostro tempo e dello stare al mondo, fra le esigenze della Storia e le istanze pressanti e sempre urgenti della quotidianità.
Attraverso un registro linguistico asciutto e un’ambientazione sospesa e a tratti irreale, si delinea la condanna di un uomo imprigionato in un eterno presente.
NON MI RICORDO PIÙ TANTO BENE è una produzione Teatro di Roma insieme con PAV, nell’ambito del network internazionale Fabulamundi Playwriting Europe – Beyond Borders?, che consolida la partnership tra le due istituzioni impegnate in maniera sinergica nella promozione della drammaturgia contemporanea in Europa e nel sostegno alla giovane creatività emergente.
Seguendo questa indicazione, lo spettacolo apre uno sguardo più ampio sul lavoro di Gérard Watkins, autore di punta della selezione francese del progetto Fabulamundi Playwriting Europe, a cui Teatro di Roma dedica un grande focus di approfondimento includendo un altro testo del drammaturgo, Scene di violenza coniugale, a cura di Teatro Di Dioniso per la regia di Elena Serra, dal 28 maggio al 2 giugno (in doppia replica per un massimo di 20 persone) in un appartamento privato (viale del Campo Boario 4A, Roma).
L’autore anglo-francese scrive in questo caso un testo gelido e senza sbavature, che affronta di petto i sottili meccanismi di collaborazione e di violenza che si instaurano fra vittime e carnefici, attraverso una lucida visione di due rapporti di coppia molto diversi fra loro eppure, infine, entrambi distrutti dalla violenza, subita o esercitata che sia.
Liam è in fuga dalla sua infanzia violenta per stabilirsi nei sobborghi di Parigi e incontra Rachida, che sta cercando di emanciparsi dai rigidi codici sociali della sua stessa famiglia. Annie è alla ricerca di un lavoro per riportarsi in carreggiata e ottenere la custodia delle sue figlie, affidate al momento ai suoi genitori. Un giorno incontra Pascal, un fotografo di una famiglia benestante, la cui carriera sta andando in rovina. Le due coppie si sistemano in un appartamento ammobiliato. Lentamente ma inesorabilmente, la violenza domestica si insinua nelle loro relazioni fino a quando le cose sfuggono al loro controllo. Le donne decidono di fermarsi e cercano, non senza difficoltà, di sfuggire alla violenza quotidiana che stanno subendo. Una riflessione lucida e malinconica sul significato dell’amore nell’epoca della violenza di genere.
Ad accompagnare i due spettacoli, la casa editrice Cue Press pubblica un volume comprensivo dei testi Non mi ricordo più tanto bene e Scene di violenza coniugale nella traduzione in italiano di Monica Capuani, che verrà presentato il 20 maggio (ore 19) al Teatro India in occasione del debutto di Non mi ricordo più tanto bene.