L’atteso action thriller di Ang Lee, al cinema dal 10 ottobre, è una sfida cinematografica senza precedenti
Gemini Man, la nuova colossale fatica di Ang Lee, arriverà nelle sale italiane dal 10 ottobre con 20th Century Fox; nel frattempo, abbiamo visto in anteprima tre sequenze del film, che si prospetta un’opera unica e rivoluzionaria nel panorama cinematografico.
Infatti, il prodigioso livello di tecnologia utilizzato è stata una delle principali ragioni per cui il progetto ha subito notevoli rallentamenti.
Prodotto da Jerry Bruckheimer e interpretato da Will Smith, che interpreta un sorprendente doppio ruolo, il film non teme di affrontare due enormi sfide: creare la versione giovane del protagonista tramite CGI e rilanciare il 3D+HFR.
Per quanto riguarda il primo punto, il Will Smith giovane che si batte contro il Will Smith di oggi non è una versione ringiovanita dell’attore tramite un processo di de-aging, ma un modello in CGI al 100%, mosso in performance capture dallo stesso attore in post-produzione.
Il risultato, impensabile fino a qualche anno fa, è che sembra di rivedere il vero Will Smith ai tempi de Il Principe di Bel Air.
Ciò ha comportato una nuova sfida anche a livello attoriale, perché per interpretare se stesso a 23 anni e risultare credibile come attore di quell’età, Smith ha dovuto “peggiorare” la propria recitazione.
Ma non è finita qui, perché Gemini Man è un unicum anche nell’uso del 3D. Per migliorare il realismo e l’immersività delle immagini, occorre infatti aumentare la cadenza dei frame: con il sistema 3D+HFR il numero di immagini proiettate al secondo è di 60 fps per occhio. Ciò amplifica l’effetto di fluidità sul grande schermo, rendendo le sequenze più concitate e coinvolgenti, proprio come se ci si trovasse al centro dell’azione.
Si tratta del secondo esperimento di questo tipo del regista taiwanese, che nel 2016 ha presentato al NAB il suo Billy Lynn, girato con cadenza a 120 fps oltre che in 4K/3D/HDR.
Con Gemini Man, dunque, Lee si conferma coraggioso esploratore di nuovi percorsi del medium cinematografico. Non ci resta che attendere il 10 ottobre per scoprire se la sua ultima creatura segnerà davvero una tappa storica della storia del cinema.
Alberto Leali