Folgorante esordio dei registi Fanny Liatard e Jérémy Trouilh, è ispirato a un fatto reale di cronaca. Al cinema dal 19 maggio
Dopo essere stato accolto con entusiasmo al Festival di Cannes dove è stato definito “una magnifica apparizione” dal direttore Thierry Frémaux, e aver partecipato a numerosi altri festival di tutto il mondo, GAGARINE – Proteggi ciò che ami, il folgorante film di esordio dei registi francesi Fanny Liatard e Jérémy Trouilh, arriva nei cinema italiani il 19 maggio distribuito da OFFICINE UBU.
Il film è stato girato tra gli appartamenti e i cortili dell’enorme complesso residenziale di alloggi popolari Cité Gagarine, in collaborazione con i suoi residenti, poco prima della sua demolizione avvenuta nel 2019.
Ispirato da questo fatto reale di cronaca, il racconto di GAGARINE – Proteggi ciò che ami prende vita proprio nella banlieue a sud di Parigi, dove sorge l’omonimo complesso in mattoni rossi Cité Gagarine – un tempo simbolo di modernità e progresso, ma che ora sta per essere demolito dopo anni di degrado e abbandono.
Tra le 370 famiglie in attesa di essere assegnate ad altre abitazioni c’è chi è più pronto di altri a dire addio a un luogo così significativo, ma su tutti è il sedicenne Youri, che lì è cresciuto, a non volersi rassegnare. Mentre gli appartamenti attorno a lui si svuotano e i cantieri e gli operai si moltiplicano, il ragazzo che porta il nome del primo uomo nello spazio (e che negli anni Sessanta inaugurò il progetto abitativo che porta il suo nome) mette il suo talento ingegneristico e una fantasia “cosmica” al servizio di un sogno: salvare Cité Gagarine.
GAGARINE – Proteggi ciò che ami vi porterà in uno straordinario viaggio visivo attraverso le conseguenze della Storia e la determinazione sognante di Youri, adolescente timido, capace di sfidare gli ispettori del comune di Parigi, aggiustando lampadina dopo lampadina, con l’obiettivo di ritardare la cancellazione del suo mondo.
SINOSSI
Youri, 16 anni, ha vissuto tutta la sua vita a Cité Gagarine, un vasto progetto di alloggi popolari in mattoni rossi situato nella periferia di Parigi. Dall’alto del suo appartamento, Youri ha sempre sognato di diventare un astronauta. Ma quando trapelano i piani per demolire il complesso immobiliare, Youri si unisce alla “resistenza”. Con i suoi amici Diana e Houssam, intraprende una missione per salvare Gagarine, trasformando l’enorme complesso residenziale nella sua “astronave”, prima che scompaia nello spazio per sempre.
RECENSIONE a cura di Ilaria Berlingeri
Bellissimo ed inedito film di banlieu, che si tiene lontano dalla rappresentazione di tensioni sociali e razziali, scegliendo un approccio sognante e poetico.
Il film di Fanny Liatard e Jérémy Trouilh sfugge completamente allo stereotipo e mescola con grande audacia reale e surreale: assume, così, i contorni di una favola urbana che riflette sul senso di appartenenza a un luogo, sui paradossi della Storia, sulla resistenza di chi crede ancora nei sogni, su cosa significhi smantellare una comunità nel senso più concreto del termine.
Punteggiata di immagini d’archivio della nascita della città, Gagarine collega con abilità passato, presente e futuro, conquistando con una messa in scena inventiva, lirica e simbolica.
Un film che incrocia generi e suggestioni visive, cambiando spesso toni narrativi e recitativi, ma senza mai risultare disomogeneo.
Personaggi e attori dai volti memorabili e un luogo fortemente antropologico, che esalta il rapporto tra spazio e persona, sono al centro di un esordio sorprendente, solido e già maturo.
Un film che, come il suo protagonista, lotta strenuamente, ma col sorriso, contro la cancellazione di un mondo, perché se un tempo l’urbanistica era l’arma dell’integrazione, ora lo è della disintegrazione sociale.
Ma soprattutto un film che dimostra che il cinema, a volte, sa ancora essere immaginifico, libero e prepotentemente vitale.