Su Prime Video dal 10 aprile un film che mescola adrenalina e riflessione con un’eroina che incarna forza e vulnerabilità
Il 10 aprile arriva su Prime Video G20, un thriller che rompe gli schemi del cinema d’azione tradizionale, mettendo al centro una figura femminile potente e complessa. A interpretare la Presidente degli Stati Uniti, Danielle Sutton, è la straordinaria Viola Davis, che si lancia in un ruolo per lei inedito, mescolando abilmente l’azione ad una profonda introspezione del personaggio. In un contesto internazionale drammaticamente teso, il film esplora non solo il contrasto tra potere e vulnerabilità, ma anche il legame familiare in una situazione di crisi.
La trama prende piede durante un incontro cruciale del G20 a Città del Capo, quando un gruppo di terroristi, guidati dal temibile Rutledge (interpretato da Antony Starr, noto per il suo ruolo in The Boys), cattura la Presidente e i leader delle principali nazioni mondiali. Mentre il caos imperversa, la Sutton, veterana di guerra, si unisce al suo fedele capo della sicurezza, Manny Ramirez (Ramón Rodríguez), e ad alcuni alleati inaspettati, per fermare l’attacco e proteggere la sua famiglia.
Nonostante l’alta tensione e i colpi di scena, G20 si distingue per l’approfondimento delle dinamiche familiari, che si intrecciano con la narrazione politica. Danielle Sutton non è solo una leader mondiale, ma anche una madre che deve gestire il difficile rapporto con i suoi figli adolescenti, tra cui Serena (Marsai Martin), una ragazza ribelle e brillante, ma anche un punto di conflitto per la madre. Questo aspetto umano della storia è il cuore pulsante del film, come sottolineato dalla regista Patricia Riggen, che ha dichiarato di voler rappresentare non solo l’azione, ma anche la difficoltà di conciliare il potere con la maternità e i legami familiari.
Il film offre uno spunto interessante anche sul ruolo della donna in posizioni di potere. La scelta di un personaggio afrodiscendente come Presidente degli Stati Uniti segna un’importante svolta nel panorama del cinema d’azione. “Voglio che le giovani donne vedano che possono essere forti, intelligenti, leader. Possono essere Presidenti e salvare il mondo”, ha dichiarato Viola Davis, consapevole del messaggio che il suo ruolo trasmette al pubblico.
Se da un lato il film è un thriller adrenalinico, dall’altro tocca temi rilevanti, come la manipolazione delle informazioni e l’influenza crescente delle criptovalute, con i terroristi che utilizzano la tecnologia e la speculazione finanziaria per destabilizzare l’economia mondiale. La trama solleva interrogativi sul nostro mondo digitale, in cui la verità può essere facilmente distorta, e sulle minacce moderne che, come quelle nel film, si intrecciano con la geopolitica globale.
Accanto alla Davis, il cast di G20 include attori di talento, tra cui spicca soprattutto Antony Starr nel ruolo del villain Rutledge, un ex soldato che mira a rovesciare l’ordine mondiale con un piano micidiale. La figura di Rutledge, motivato da un desiderio di vendetta, aggiunge una dimensione psicologica e complessa al film, evitando di renderlo il classico cattivo a tutto campo.
In definitiva, G20 non è solo un film di azione, ma un’opera che sfida il genere, aggiungendo nuove sfumature al concetto di eroe. Con una protagonista che è al contempo leader, madre e guerriera, il film si inserisce nel solco di classici come Die Hard e Air Force One, ma con un approccio rinnovato e una maggiore attenzione agli aspetti emotivi e sociali della storia. Un thriller che intrattiene, ma che lascia anche spazio a riflessioni più profonde sulla politica, la famiglia e le sfide del nostro tempo.
Federica Rizzo