Presentato in anteprima Fuori Concorso a Cannes 2024, arriva il 23 maggio nelle sale italiane con Warner Bros. Pictures
Nove anni dopo l’indimenticabile Mad Max: Fury Road, e per la prima volta senza il suo eroe eponimo, George Miller sforna il prequel spin-off dedicato al personaggio interpretato allora da Charlize Theron.
Meno spettacolare e avanguardistico di Fury Road ma ugualmente ricco di momenti di grande cinema d’azione, Furiosa: A Mad Max Saga rimanda alla tragedia greca, a Omero, a Shakespeare, a Kurosawa, alla Bibbia, al western, ai revenge movie, ai grandi kolossal di Hollywood alla Lawrence d’Arabia, ma anche all’immaginario post-apocalittico che lo stesso Miller ha contribuito a creare col suo cinema.
Racconta, così, la storia della maturazione, e poi dell’esecuzione, di una vendetta lungo circa 15 anni. Una storia di deformazione, quella di una bambina (l’ottima Alyla Brown) strappata ad un’oasi di pace e di donne e cresciuta in un mondo di uomini, violenza, brutalità e sopraffazione.
Segnata dal trauma e costretta a sopravvivere in un mondo infido, caotico e popolato da impietose e sanguinarie tribù, finirà, da adulta, per diventare una guerriera della strada, grazie anche ai preziosi insegnamenti di Pretorian Jack (Tom Burke). Saranno la rabbia, l’ostinazione e il desiderio di vendetta a permetterle di non soccombere: gli stessi che la porteranno a salvare le vestali dalle mani del terribile Immortan Joe.
Non era impresa facile trovare un passato per un eroina silenziosa, misteriosa e letale come Furiosa: Miller ci riesce, senza forzature o didascalismi, e sceglie per impersonarla Anya Taylor-Joy, che dimostra una evidente dedizione al personaggio e allo stile della saga, reggendo il collegamento con la Theron.
A far la differenza, è invece un efficacissimo e pittoresco Chris Hemsworth nel ruolo del villain e nuovo personaggio Dementus, vanitoso capo di una banda di motociclisti che si muove su un carro trainato da tre motociclette. È lui che fa rapire la piccola Furiosa e che la rende una preziosa merce di scambio, da utilizzare nella sua campagna contro i rivali che controllano ciò che resta della civiltà. Ed è contro di lui che si riverseranno la rabbia e la vendetta della nostra eroina, destinata a divenire leggenda.
L’attore australiano sfodera tutta la sua verve, regalandoci un personaggio al tempo stesso infido e ridicolo, letale e patetico, frutto di quei tempi disperati. Dementus è un divertente mix tra la caricatura di un attore shakespeariano e un personaggio da fantasy degli anni ’80, ed Hemsworth è bravissimo nel metterne in scena ogni più sottile sfumatura.
Quello che ci mostra Furiosa è un mondo inquietante, fatto di desolazione e guerra, dominato da uomini in perenne lotta fra loro, in un’escalation di odio e violenza senza senso né ragione.
Una realtà post-apocalittica, appunto, eppure non troppo lontana da quella che ci circonda oggigiorno, in tutti i luoghi del mondo.
L’azione in Furiosa è costruita a regola d’arte, come solo un maestro del calibro di Miller sa fare. Intesa non solo come mezzo per deliziare gli occhi, ma assolutamente funzionale alla narrazione.
Dal canto suo, la scrittura è essenziale ed efficacissima: non sono le parole, bensì le azioni, o meglio i movimenti dei corpi dei personaggi, a comunicarci cosa provano e cosa pensano.
George Miller si dimostra, così, uno dei pochi cineasti odierni che riesce a fondere egregiamente epica e grandiosità visiva, senza per questo rinunciare a conferire spessore alla sua storia e ai suoi personaggi.
Ilaria Berlingeri