Dal 9 maggio al 24 settembre, la nuova sede milanese della Fondazione Prada aprirà le porte ad un nuovo evento, ‘TV70: Francesco Vezzoli guarda la Rai’, concepito dall’artista Francesco Vezzoli sulla produzione televisiva della Rai negli anni ‘70. Nell’ex distilleria a due piani nella periferia sud di Milano, l’artista contemporaneo decompone il linguaggio cinematografico e televisivo, raccontando in forma visiva i cambiamenti sociali e politici dei difficili ma prolifici anni Settanta, attraverso tre sezioni, arte, politica e intrattenimento.
Un periodo importante per la Rai, quello degli anni ’70, in cui creatività ed invenzione facevano della rete una grande macchina produttiva, grazie alla quale programmi di grande qualità, oggi irripetibili, erano il giorno dopo sulla bocca di tutti, oltre che resi celebri da nomi illustri dello spettacolo come Pippo Baudo, Raffaella Carrà, Maurizio Costanzo, Enzo Tortora, Renzo Arbore e Gianni Boncompagni. Ma la Rai è stata anche anticipatrice della modernità dei tempi: si pensi a Dario Argento che nel ’73 fu precursore dello stile che rese celebre Kubrick, o ad Adriana Asti che nel ’74, con il programma “Sotto il divano”, fece ciò che rese celebre in seguito David Letterman.
“Un tributo che viaggia su due percorsi paralleli -afferma Vezzoli-, uno artistico e l’altro sociale, costituiti da immagini in bianco e nero e a colori che fanno rivivere emozioni in cui la gente può identificarsi”. L’artista ricostruisce infatti la memoria collettiva dell’Italia, attraverso l’immenso materiale audio-visivo degli archivi Rai, ricordandoci quello che la televisione italiana è stata in grado di realizzare.
Nel percorso espositivo, ideato da M/M (Paris) – Mathias Augustyniak e Michael Amzalag-, nell’alternanza tra luce e buio e attraverso le tre sezioni succitate, le immagini di repertorio delle Teche Rai si succedono a dipinti, sculture e installazioni selezionati con la consulenza scientifica di Massimo Bernardini e Marco Senaldi.
Roberto Puntato