A Venezia 76 il corto Push Out per combattere anoressia e bulimia
Push Out è il corto diretto da Marco D’Andragora e scritto e interpretato da Francesca Giuliano, incentrato sulla storia di una madre (Antonella Ponziani) e di due donne di età, fisico e personalità completamente opposte.
Marta (Francesca Giuliano) e Anna (Eleonora Puglia) si trovano a combattere contro i mostri della bulimia e dell’anoressia: le due si incontrano per caso e solo una volta, ignare di ciò che le accomuna.
All’interno della vicenda anche altre piaghe tristemente attuali, come la discriminazione, l’invidia, l’assenza delle figure genitoriali, gli eccessi dello sport, l’influenza negativa dei social network sui giovani.
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con l’interprete e sceneggiatrice Francesca Giuliano, particolarmente legata alle tematiche presenti nel corto.
Francesca perché raccontare oggi storie come quella di Push Out?
Push Out è tratta da una storia vera scritta da me. Ho voluto mostrare scene crude di ciò che passa una ragazza che soffre di bulimia o anoressia. Due malattie molto diverse, che bisogna stare attenti a non confondere! Il messaggio che voglio dare è che bisogna accettarsi così come si è senza rincorrere ai pericolosi modelli che i mass media ci propongono, perché quella non è la realtà. Io, ad esempio, sono una curvy e mi piaccio così come sono, per questo mi sento di dire a tutte le donne: “Siate voi stesse!”.
Nel corto ci sono vari aspetti che condizionano le due patologie: famiglia, istituzioni, affetti, discriminazione…
Ho cercato di raccontare uno spaccato di questo cancro della società che colpisce sopratutto i giovani. I genitori distratti hanno molta responsabilità nei confronti dei figli colpiti da questa malattia. Anche la scuola dovrebbe fare il possibile per far conoscere ai ragazzi le conseguenze di queste patologie, proprio per l’importante ruolo educativo che svolge.
Come personaggio pubblico come ti rapporti con i social?
Sono molto seguita e mi fa piacere perché ricevo molti messaggi da persone che mi apprezzano e che ho convinto ad accettarsi così come sono. Per me rappresenta la vittoria più grande.
Roberto Puntato