Franca Leosini, autrice e conduttrice del programma cult Storie Maledette, ospite al Gay Village per “Citofonare Strabioli”: “Qui mi sento a casa e sto bene”
Dice di no a quasi tutti. Ai premi, ai talk, alle ospitate e alle celebrazioni. Eccetto rarissimi casi, in cui si concede a qualche fugace apparizione: Sanremo o un film in cui interpreta se stessa. Ma al Gay Village Franca Leosini non ha proprio potuto dire di no, perché “qui sono a casa mia e sto bene“, dice “Nostra Signora del Crimine”.
Il trucco marcato, le cotonature ardite, i tailleur eleganti, la voce pacata e musicale, il distacco narrativo e i virtuosismi lessicali sono i tratti distintivi di un’icona amatissima dal mondo omosessuale, che ancora una volta la celebrarla con una serata del ciclo “Citofonare Strabioli”.
La diversità per Franca Leosini? E’ quella che esiste fra gli intelligenti e gli imbecilli, gli onesti e i disonesti, i rispettosi e gli irrispettosi. Il successo? Non è certo quello dei flash dei paparazzi, ma i risultati portati a casa grazie al suo lavoro appassionato e instancabile.
Citata e imitata, corteggiata da tutti gli editori italiani, celebre per le pause che scandiscono quel linguaggio napoletanamente fantasioso con cui solfeggia i testi fitti di appunti delle sue puntate: Franca è tra le giornaliste più premiate di sempre e allo stesso tempo personaggio popolarissimo tra i giovani e sul web.
Al Gay Village, racconta divertenti episodi della sua vita privata, l’amore per un lavoro a cui si dedica con tutta se stessa e alcuni dei casi che più hanno segnato gli oltre 20 anni di “Storie maledette”.
Lei, che ha iniziato a Telefono Giallo di Corrado Augias; che ha fatto riaprire il Caso Pasolini – Pelosi; che lavora “come un metalmeccanico” per raccontare il grande romanzo della vita; che quando esce di casa passa il tempo a farsi selfie con i fan.
E’ bello sentirla raccontare come ha scoperto la sua capacità di entrare nella psicologia dell’altro: “Tutto è nato quando una mia amica di università mi ha chiesto di scrivere al suo posto delle lettere d’amore al suo fidanzato. Mi son fatta mostrare la sua foto e mi sono fatta raccontare tutto di lui. E’ così che è iniziato tra me e quest’uomo un carteggio lungo quattro mesi, da cui la mia amica era completamente esclusa. Quando lui è tornato, dopo due settimane si sono lasciati, perché in realtà era innamorato della ragazza delle lettere. Da allora ho capito che quello sarebbe stato il mio mestiere”.
E’ appassionante ascoltare come si approccia ai personaggi che si trova di fronte: “Non li ritengo dei criminali, ma delle persone che hanno commesso un crimine. D’altronde, i delitti vanno interpretati, per comprendere cosa ha portato dalla quotidianità all’orrore di un gesto che non somiglia affatto alla persona che l’ha commesso. Sono tre i verbi su cui è improntato il mio lavoro: capire, dubitare e raccontare“.
Ed è toccante notare come anche fuori dallo studio televisivo resti profondamente legata alle storie che racconta: “Io scendo con loro nell’inferno del loro passato e anche loro entrano nella mia vita. Con molti conservo dei rapporti, rispondendo alle loro lettere dal carcere. Ancora mi stupisce, per non dire indigna, la fredda dicotomia della valutazione dei giudici. Nelle mie puntate manifesto spesso i miei dubbi, perché per fortuna le sentenze si rispettano, ma si possono discutere“.
Franca Leosini è una donna di cultura e sensibilità, capace di cogliere il lato umano anche dei criminali più efferati, andando ben oltre il racconto del delitto. Ma soprattutto una donna che, oltre ad essersi spesa per i diritti degli omosessuali, parlando chiaro di temi come le adozioni o i matrimoni per le coppie dello stesso sesso, ha dimostrato di adoperarsi profondamente per il rispetto delle persone.
Alberto Leali