Da venerdì 11 febbraio in prima serata
Venerdì 11 febbraio, in prima serata su Canale 5, al via la nuova serie “Fosca Innocenti”, che vede protagonisti Vanessa Incontrada e Francesco Arca.
La fiction, prodotta da Banijay Studios Italy e diretta da Fabrizio Costa, vanta nel cast, tra gli altri, anche Desirée Noferini, Cecilia Dazzi, Giorgia Trasselli, Francesco Leone, Claudio Bigagli e Irene Ferri.
La serie è prodotta da Massimo Del Frate, Head of Drama di Banijay Studios Italy per RTI. Soggetto e sceneggiatura di Dido Castelli e Graziano Diana. Le riprese sono state realizzate in collaborazione con Toscana Film Commission, la Fondazione Arezzo Intour e il Comune di Arezzo.
Una serie in cui il realismo poliziesco e i paesaggi della Toscana si uniscono alla leggerezza della commedia sentimentale. Vanessa Incontrada interpreta la protagonista Fosca Innocenti, Vice Questore a capo di una squadra investigativa tutta al femminile (tranne un elemento): le ispettrici Giulia De Falco (Desirée Noferini), Rosa Lulli (Cecilia Dazzi) e l’agente Pino Ricci (Francesco Leone). La protagonista ha un gran “fiuto”, un istinto straordinario che la rende capace di riconoscere odori e profumi e dal quale si lascia guidare per risolvere i suoi intricati casi. Fosca è felice e ostinatamente single, vive in un casale di campagna con Bice (Giorgia Trasselli), una donna anziana che la aiuta a gestire la proprietà e si prende cura di lei sin da quando era una bambina. Fosca ama la natura e gli animali e adora fare lunghe passeggiate sul suo cavallo Sansone nei campi di girasole che circondano il suo casale.
Qual è il punto debole della nostra protagonista? Il suo migliore amico Cosimo, interpretato da Francesco Arca, titolare dell’enoteca vicina al commissariato. Tra loro è veramente solo amicizia o c’è qualcosa di più?
NOTE DI REGIA
Una classica storia “poliziesca”. Una squadra che indaga di sole donne. Sullo sfondo, la provincia Toscana. Protagonista, il capo di una squadra al femminile: il Vice Questore aggiunto Fosca Innocenti (Vanessa Incontrada). La novità della serie è il punto di vista femminile delle indagini.
Queste tre donne danno un’impronta speciale alle indagini: sono brave, legate con passione al proprio lavoro e soprattutto dedite alla speculazione razionale, al ragionamento stringente. Tuttavia, sanno essere anche intuitive al momento giusto. Ci mettono insomma quella marcia in più.
A capo di questa squadra, piccola ma molto efficiente, Fosca. Una donna semplice che ha perso entrambi i genitori, la madre da bambina (non la ricorda quasi più), il padre da pochissimo tempo. È il ricordo di quest’ultimo che le è rimasto nel cuore. Ha ereditato la sua casa, la tata e l’amore per le cose buone della campagna. Ma tra quei ricordi ci sono delle ombre: Fosca non ha mai amato il modo che aveva suo padre di dimenticare il dolore della perdita della moglie, cercando di affogarlo nella ricerca spasmodica di un’altra compagnia femminile. Fosca è stata traumatizzata e per questo ha deciso di rifiutare il corteggiamento del bel Cosimo, suo compagno di scuola fin da bambina. Tra i due c’è un’attrazione talvolta forte, ma Fosca preferisce dedicarsi al lavoro, a rovistare tra le pieghe di una provincia oscura, talvolta morbosa.
Cosimo ama troppo le donne, come suo padre, e Fosca ne ha paura. Nel corso delle indagini, sono proprio le donne con cui lavora che piano piano la convincono ad avvicinarsi a Cosimo: in fondo è una brava persona, ed è molto innamorato di lei. Dunque, sono proprio le donne che la circondano che le fanno scoprire di essere una donna incompiuta, e la incoraggiano a guardare con occhi diversi quel bel ragazzo che le sorride ogni volta che la vede. Purtroppo, un viaggio a New York si frapporrà tra i due. Interessante lavorare sull’incontro tra psicologie femminili diverse, che si intrecciano, si capiscono, e alla fine si aiutano. Come quelle, tante volte raccontate, nei commissariati e nelle caserme popolate da maschi. È importante raccontare anche il pragmatismo con cui queste poliziotte indagano e raggiungono il risultato, per contribuire, ancora una volta, a porre fine ai tanti luoghi comuni sul genere.