Debutta in prima assoluta allo Spazio Diamante, dal 2 all’ 11 marzo, Finale di partita, il classico di Samuel Beckett, ritenuto da molti il testo più importante dell’autore irlandese
Dopo il successo di Aspettando Godot nella stagione 2016/17, Filippo Gili prosegue il suo originale personale percorso di ricerca attraverso le pieghe della drammaturgia beckettiana affrontando, sempre dalla sua personalissima angolazione, un altro dei capolavori del maggiore esponente del teatro dell’assurdo, Finale di Partita.
Ancora una volta protagonista dell’operazione è la straordinaria attorialità di Giorgio Colangeli, che presta voce e corpo al ruolo di Hamm, affiancato da Giancarlo Nicoletti in quello di Clov. La nuova produzione di Altra Scena e I due della città del sole si preannuncia, così, come uno dei grandi appuntamenti della stagione 2017/18.
Finale di Partita è la storia di un padre che tiene accanto a sé un figlio che vuole cominciare a vivere e due genitori che vogliono continuare a morire.
E’ il dramma di un ragazzo che chiede un distacco, ma il cui vero nemico è la sua stessa angoscia di andar via.
E’ la farsa di un uomo e una donna passati a miglior vita, ma tenuti vivi dalle psicosi di un figlio ormai anziano.
Questo è il nostro Finale di Partita: una concretissima vicenda familiare in cima a un faro. Fra l’oceano e il deserto. Fra morti e vivi. Fra chi non può mai alzarsi e chi non può mai sedersi.
Immersi in questi opposti che, in Beckett, più che toccarsi, si invadono, si confondono, si ribaltano gli uni negli altri. E che, più che contribuire a confermare un antico malinteso ‘assurdo’, aiutano a sviluppare il contesto vivo, reale, comico, disperato, eterno, devastante che questa storia contiene.
Altro che minimalismo. Altro che assurdità. Solo la tac di una cosa, la vita, che a guardarla attentamente, non si racconta come minima e assurda, ma, in quanto minima e assurda. Con la più assoluta naturalezza, la più dissoluta semplicità. Perché i simboli vanno recitati come l’aria che si respira. Perché i genitori di Hamm non sono rappresentati in due bidoni dell’immondizia, ma psichicamente vissuti, dal figlio, in quei bidoni. Al di là dell’amare, al di là del vedere.
Finale di Partita è quel luogo, quella carne viva in cui, svelando una miseria, si riconosce una grandezza. E’ la freudiana catarsi; quella in cui, pattuita, dell’immensità del male e dell’amare, la loro inesorabile irrisorietà, si esce, dall’ultima seduta con la sensazione di potersela finalmente fare una passeggiata leggera, su questo mappamondo, su questa mappavita.
Zerkalo Spettacolo