VIII Festival della Diplomazia a Roma, fra interessi nazionali e valori universali, sperando in un dialogo per la pacifica costituzione. La manifestazione comprende 65 eventi in luoghi di incontro della politica internazionale e partner scientifici
Si apre l’ottava edizione Festival della Diplomazia, a Roma dal 19 al 27 ottobre 2017, con una serie di eventi, tra 8 Università e luoghi di incontro della politica internazionale. Un totale di 65 eventi, tra tavole rotonde e incontri specifici con gli esponenti del pensiero politico e sociale contemporaneo: Daniel Drezner, Simon Anholt, Giampiero Massolo Franco Frattini, Gerald Knaus, Enrico Giovannini, Paolo Magri, Luciano Pellicani, Michael Klare e molti altri ancora.
Molte le tematiche che si affronteranno: migrazione, sviluppo, integrazione, sfide globali sui tavoli dell’ONU, aiuti allo sviluppo, cambiamenti climatici, sviluppo sostenibile, energia e geopolitica, difesa e sicurezza, terrorismo, libero scambio e protezionismo, obiettivi per l’industria europea, Islam e scienza, fake news in campo medico…
Il concept del Festival è Prìncipi e Princípi, il sistema geopolitico fra interessi nazionali e valori universali: come cambiano le relazioni internazionali quando le leadership populiste si scontrano con i valori di solidarietà e responsabilità multilaterale.
“L’Italia è al vertice del patrimonio UNESCO – afferma il Ministro De Luca – Vantiamo 53 posti marchiati UNESCO e siamo secondi dopo la Cina. L’Italia è il paese della cultura, affonda le sue radici nel Mediterraneo e vuole trovare un dialogo a fronte di tutte quelle barriere che minacciano l’umanità. Il dialogo valorizza le differenze e le persone”.
Per riportare al centro il dialogo e il confronto tra i popoli, Diplomacy mette in campo un’agorà di diplomatici, rappresentanti istituzionali e personalità accademiche, insieme a esperti nel settore finanziario e imprenditoriale, che si confronteranno alla ricerca di strumenti collettivi, nuove idee e valori, che possano superare l’opposizione e l’ostilità nei riguardi della politica e riaffermare le ragioni della convivenza e dell’integrazione al posto degli interessi nazionali.
“Il Festival è dedicato alla Diplomazia, speriamo quindi che proprio il dialogo tra i popoli possa portare ad una pacifica convivenza – afferma il responsabile ILA, l’Ambasciatore Juan Mesa Zuleta – Comunicazione e cultura sono i primi strumenti per il raggiungimento della pace”.
Fulcro della manifestazione sarà l’incontro con gli studenti degli atenei romani, per parlare dei principi base della politica: un vero investimento per il futuro della diplomazia e delle relazioni internazionali.
Il Festival della Diplomazia ha ottenuto la Medaglia del Presidente della Repubblica e si svolge con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e con il contributo della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea.
Ad aprire i lavori del Festival è stato il grande artista, pittore e scultore Michelangelo Pistoletto, che presenta, in questa occasione, il suo ultimo Ominiteismo e Demopraxia, libro-manifesto per una rigenerazione della società. Un incontro inedito in cui l’artista promotore di Città dell’arte, si confronterà con l’Ambasciatore di Colombia e altre istituzioni, per spiegare come il lavoro dell’artista sia una traduzione dell’utopia e della teoria per una nuova fase della società.
“Questo mio lavoro nasce dall’idea del simbolo dell’infinito matematico, un simbolo tecnico, scientifico – afferma Pistoletto – Ho voluto trovare il nuovo simbolo del finito, cioè della vita, nell’infinito. La vita infatti ha una durata, che va dalla nascita alla morte. In tutti gli elementi universali c’è una nascita, una crescita e una fine. L’infinito invece sfugge alla durata. Ma è in questo mondo che noi dobbiamo realizzare un “terzo paradiso”, ovvero una maniera di vivere consapevolmente, in equilibrio nei rapporti umani”
Dopo Love the difference, movimento artistico per una politica intermediterranea, inaugurato nel 2002, con lo scopo di raccogliere tra i paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo personaggi e istituzioni interessati a creare prospettive nuove, il Maestro Pistoletto sottolinea l’importanza fondamentale della mediazione culturale, inaugurando a Cuba, all’interno del Museo Nazionale di Belle Arti di La Havana, la sua nuova Walking Sculpture, un’opera da portare in giro per le strade di La Havana.
“Un’opera dal significato universale. Tutto si realizza attraverso la dualità, che nella mia opera è descritta attraverso due cerchi esterni; nel cerchio interno, invece, c’è la realizzazione del continuo cambiamento, che porta alla creazione continua – prosegue l’artista – Questi due cerchi opposti chiedono sempre un equilibrio, e noi, come esseri umani, per creare civiltà dobbiamo creare equilibrio tra questi due elementi, attraverso la scienza, la tecnologia e rapporti sociali e interpersonali più semplici. Oggi noto che tutto questo si realizza a fatica. La tecnologia fa passi da gigante, ma è in mano ad esseri ancora arretrati. Bisogna far sì che la scienza e l’uomo trovino un accordo che ancora non si è raggiunto. BISOGNA RIEMPIRE IL VUOTO CON PRATICHE NUOVE”.
Roberto Puntato