Tra i titoli più attesi, “SAMSARA” di Lois Patiño; “ON THE GO” di María Gisèle Royo e Julia De Castro; “PUAN” DI MARIA ALCHÉ E BENJAMIN NAISHTAT; “YANA-WARA”, l’opera postuma del peruviano Óscar Catacora
Mancano pochi giorni all’inizio della 17a edizione de La Nueva Ola – Festival del Cinema Spagnolo e Latinoamericano, diretto da Iris Martin-Peralta e Federico Sartori, che si terrà a Roma dal 15 al 19 maggio presso il Cinema Barberini.
Dodici i titoli inediti che concorreranno al Premio del Pubblico all’interno delle due sezioni principali dedicate alle migliori novità del cinema spagnolo e d’oltreoceano inedito in Italia: la Nueva Ola del cine español e la Nueva Ola Latinoamericana.
A concorrere per la sezione spagnola la commedia musicale ambientata nella città di Valladolid Voy a pasármelo bien di David Serrano, con un cast d’eccezione con protagonisti Raúl Arévalo (Dolor y gloria) e la messicana Karla Souza (Le regole del delitto perfetto; Il tuffo) che aprirà il festival alla presenza del regista e della popolarissima attrice e modella argentina Luz Cipriota (Rifkin’s Festival; Onda su Onda) che ha co-sceneggiato il film.
Autentica chicca del programma, in anteprima, è Samsara la nuova straordinaria opera di Lois Patiño, astro nascente del cinema d’autore spagnolo, che affronta il tema della reincarnazione in chiave di buddhismo tibetano. Il film girato in 16mm permette a Patiño di confezionare, attraverso effetti cromatici e viraggi, un vero e proprio trip allucinatorio, che visualizza la fase che intercorre tra il trapasso e la rinascita di una nuova vita. Un’esperienza unica che va dalle montagne del Laos alle rive della Tanzania, alla ricerca del sublime. Premio della Giuria in Encounters alla Berlinale 2023.
Il concorso è arricchito dalla commedia brillante Bajo Terapia di Gerardo Herrero (già produttore Premio Oscar per Il segreto dei suoi occhi), in cui tre coppie in terapia sono convocate dalla psicoanalista per un gioco di buste contenenti istruzioni su cosa devono fare: i sei protagonisti, interpretati da stelle dell’ultimo cinema spagnolo, portano alla luce i loro problemi, pizzicandosi sulla cura dei figli, i compiti domestici, il denaro, la gelosia, il sesso. A presentare il film ci saranno il regista e la produttrice Mariela Besuievsky.
Attesissima anche la premiere di On the Go, l’audace esordio della regista e direttrice della fotografia María Gisèle Royo insieme all’artista Julia de Castro e interpretato fra gli altri da Omar Ayuso (protagonista della serie di successo Elite). Presentato in concorso all’ultima edizione del Locarno Film Fest (Cineasti del presente), dove ha ottenuto una Menzione Speciale, il film è un vero e proprio road-movie erotico all’insegna dell’irriverenza e della libertà. Gioiosa, folle e militante opera queer, interamente girata in 16mm, che sarà accompagnata dalle due registe.
Il film verrà presentato il 17 maggio in occasione della Giornata Internazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, come parte di un programma che il Festival dedica per ribadire il suo forte impegno a rispettare, proteggere e promuovere il pieno ed eguale godimento dei diritti umani delle persone LGBTQIA+.
Attesissimo, infatti, è anche l’acclamato e pluripremiato Te estoy amando locamente di Alejandro Marín, ambientato a Siviglia nel ’77, incentrato sulla nascita del movimento di liberazione omosessuale andaluso, paradossalmente nato all’interno della Chiesa cattolica. Storia d’orgoglio ispirata a fatti realmente accaduti che vanta nel cast la stella Alba Flores (Nairobi de La casa di carta), l’attrice e attivista Alex de la Croix; il cantante La Dani; Omar Banana. Il film vedrà la presenza del regista, della sceneggiatrice Carmen Garrido Vacas e del produttore Xavi Toll.
In concorso anche La mesita del comedor (Il tavolino di vetro) di Caye Casas, pluripremiato a livello internazionale, è già un cult. Black humor e tragedia domestica al servizio di un film che sfida ogni convenzione. Il regista sarà presente assieme al produttore Norbert Llaràs.
A comporre il programma della sezione latinoamericana altri sei acclamatissimi titoli. Memorias de un cuerpo que arde, fresco Premio del Pubblico nella sezione Panorama dell’ultima Berlinale, è un delicato racconto, firmato da Antonella Sudasassi, dove si intrecciano poeticamente le storie di tre donne cresciute in Costa Rica in una società machista e repressiva.
Un’altra storia al femminile è quella di La Hijas, fortunato esordio alla regia di Kattia G. Zúñiga, premiato come Miglior Film Iberoamericano al Festival di Malaga. Emozionante ritratto adolescenziale di due sorelle in viaggio dalla Costa Rica a Panama per incontrare il loro padre.
Vincitore del Gran Premio della Giuria World Cinema Dramatic all’ultimo Sundance Film Festival, scritto e diretto dalle cineaste messicane Astrid Rondero e Fernanda Valadez, Sujo è un’affascinante storia di formazione che si muove tra il cinema di genere e il dramma sociologico.
Anche nella sezione latinoamericana diverse sono le anteprime: come l’attesa opera postuma del peruviano Óscar Catacora, Yana-Wara, conclusa dallo zio Tito Catacora, che prosegue il percorso del precedente film Wiñaypacha (Óscar Catacora, 2017): un thriller impregnato di realismo magico, uno sguardo unico e penetrante sulle tradizioni millenarie delle comunità andine degli Aymara, delle loro profonde radici culturali e spirituali.
La pràctica dell’eclettico regista Martin Rejtman, figura chiave del nuovo cinema argentino, è invece una commedia raffinata sullo sfondo del mondo dello yoga, tra spiritualità e vita reale.
Sempre nei confini della commedia, ma in questo caso con un importante sottotesto politico, si muove Puan di María Alché e Benjamín Naishtat, ambientato nell’iconica facoltà di Lettere e Filosofia di Buenos Aires. Il film, premiato al 71. Festival di San Sebastian come Miglior sceneggiatura e Miglior attore protagonista, uscirà nelle sale italiane prima dell’estate.
Nella sezione Perlas, dedicata a titoli dall’elevato contenuto artistico e cinematografico, non inediti in Italia troviamo l’esordio di Felipe Galvez Los colonos, crudo e raffinato racconto che porta l’attenzione sul genocidio degli indigeni Selk’nam perpetrato alle soglie del XX secolo e per lungo tempo oscurato dalla storia ufficiale del Cile. Premio FIPRESCI in Un certain regard del Festival di Cannes, è stato anche il candidato cileno agli Oscar come miglior film internazionale.
E ancora, il film d’animazione Robot Dreams di Pablo Berger, tratto dall’omonima graphic novel di Sara Varon, delicato e nostalgico racconto di una separazione, e l’ultima gemma di Isabel Coixet Un amor, tratto dall’omonimo romanzo di Sara Mesa, complesso ritratto femminile di una donna che lotta con se stessa in un microcosmo rurale fatto di ipocrisia e durezza.
Nella sezione Clásicos, che ogni anno omaggia il grande cinema del passato: il cult cubano Fresa y chocolate di Tomás Gutiérrez Alea e Juan Carlos Tabío (1994), Orso d’Oro a Berlino, è il film cubano più premiato della storia, un vero e proprio capolavoro capace di mettere a nudo i punti deboli della Rivoluzione di Fidel; Il fantasma della libertà di Luis Buñuel (1974), celebre satira contro le convenzioni borghesi che vengono demolite con l’irriverenza e l’acume tipiche del suo cinema surreale.
Come ogni anno, poi, verrà celebrato anche il Premio IILA-Cinema, il riconoscimento promosso dall’Organizzazione Italo-latinoamericana di Roma e rivolto ai giovani cineasti latinoamericani, con una giuria presieduta da Caterina D’Amico, che quest’anno verrà assegnato a Retrato de un amanecer di Alejandra Gargiulo, Pablo Alejandro Girola, Agustín Kazah e Neisi. La fuerza de un sueño di Daniel Yépez Brito.
Last but not least, due cortometraggi: La historia se escribe de noche di Alejandro Alonso, oscuro e inquieto racconto di un blackout che avvolge Cuba nelle tenebre, in concorso all’ultimo Festival di Rotterdam; Las memorias perdidas de los árboles di Antonio La Camera, un viaggio spirituale nel cuore della foresta amazzonica peruviana, vincitore dell’ultima Settimana Internazionale della Critica di Venezia.