Presentato in anteprima a Venezia 80, vede nel cast anche Penélope Cruz, Patrick Dempsey e Shailene Woodley
FERRARI, il nuovo attesissimo film del quattro volte candidato all’Oscar® Michael Mann, sarà nei cinema italiani dal 14 dicembre 2023.
Dopo film di culto come Heat, L’ultimo dei Mohicani, Collateral, Nemico pubblico, Miami Vice, Ali, Thief, Insider – Dietro la verità, Michael Mann si misura con il genio, le ossessioni e la complessità di un uomo che ha costruito un mito senza tempo, e con l’affascinante e spietato mondo delle corse automobilistiche degli anni Cinquanta.
FERRARI è la storia di una leggenda e di un mito inossidabile, un uomo che ha percorso i tornanti di un’esistenza piena di sfide – anche personali – diventando simbolo inconfondibile del genio e dello stile italiano nel mondo. Dopo anni di lavoro sul progetto, Michael Mann ne ha raccontato l’epopea umana e professionale in un film coinvolgente e spettacolare che ha già emozionato il pubblico del Festival di Venezia.
Modena 1957. Enzo Ferrari, ex pilota e costruttore delle auto più famose al mondo, sta vivendo una crisi personale e professionale. L’azienda che dieci anni prima aveva creato dal nulla è in grave difficoltà e anche il matrimonio con la moglie Laura sta diventando sempre più tempestoso dopo la morte del loro unico figlio Dino e la scoperta dell’esistenza di Piero, il figlio che Ferrari aveva avuto da una relazione extraconiugale. In cerca di riscatto, il “Drake” decide di puntare tutto su una gara di velocità che si disputa in Italia: la leggendaria Mille Miglia.
Il candidato all’Oscar® Adam Driver è Enzo Ferrari; accanto a lui il Premio Oscar® Penélope Cruz nel ruolo della moglie Laura, Shailene Woodley in quello di Lina Lardi, Patrick Dempsey e Jack O’Connell nei panni rispettivamente dei piloti Piero Taruffi e Peter Collins. Nel cast anche Sarah Gadon (Linda Christian) e Gabriel Leone, che interpreta il giovane e ambizioso pilota Fon De Portago.
Prodotto da STX Entertainment, FERRARI è un’esclusiva per l’Italia Leone Film Group in collaborazione con Rai Cinema e uscirà al cinema il 14 dicembre 2023 con 01 Distribution.
Recensione a cura di Maria Grande
Il ritorno al cinema di Michael Mann dopo 8 anni è un biopic piuttosto classico, dedicato a uno dei più importanti protagonisti della storia automobilistica del Novecento.
Un film che non ha certamente la forza del Mann dei periodi d’oro, e non poco penalizzato dalle traversie produttive, ma che si distingue comunque per la maestosità della messinscena e per il carisma e la bravura degli interpreti.
Ferrari è solo in parte un adrenalinico film di corse e agonismo, principalmente è un melodramma familiare e intimista, che vuole restituire il tessuto umano del protagonista, tenendosi lontano da intenti agiografici.
Al centro della pellicola, le ossessioni e i fantasmi di Ferrari in uno dei periodi più difficili della sua vita, il 1957: la morte del figlio Dino, la crisi con la moglie – nonché sua influente socia in affari – e con l’amante – da cui ha avuto un figlio che non vuole riconoscere -, gli attacchi della stampa, l’ansia per la vittoria della Mille Miglia, destinata a salvare o meno una Ferrari che ha più spese che guadagni.
Mann si concentra ancora una volta su un personaggio ossessionato dal lavoro e dal controllo: il suo Ferrari è cinico, freddo e lucidissimo nella gestione della sua azienda, che viene prima di tutto.
Un protagonista che si muove tra il Paradiso e l’Inferno, il successo e il baratro, gli affari e i sentimenti sullo sfondo di un’Italia (e della Modena) degli anni ’50, che fortunatamente non scade mai nell’effetto cartolina.
Non tutto fila liscio, specie nel tenere in equilibrio le due anime del film, il pubblico e il privato: non ben calibrata è, infatti, l’alternanza fra il mondo famigliare di Ferrari e quello aziendale delle corse e della produzione, il racconto si fa spesso pedante e didascalico e l’effetto di biopic televisivo non viene sempre scongiurato dalla maestria registica di Mann. Straniante è anche la scelta di far parlare i protagonisti in inglese, ma con accento italiano, territorio già esplorato dal non proprio memorabile House of Gucci di Ridley Scott.
Mann resta uno dei maestri del cinema contemporaneo, pur se stavolta non trova il modo giusto per rendere il suo Ferrari una figura autenticamente tragica, trasmettendoci tutta la sua lacerante ambiguità.