In arrivo su Netflix il 14 febbraio
Fedeltà, la nuova serie limitata di Netflix ispirata all’omonimo libro di Marco Missiroli, è una profonda esplorazione del tema attraverso il racconto di una coppia che affronta sentimenti e turbamenti.
La serie, scritta da Alessandro Fabbri, Elisa Amoruso e Laura Colella, con la regia di Andrea Molaioli e Stefano Cipani, rimane fedele alla narrazione incalzante di Missiroli, incentrandosi su luci e ombre di Carlo e Margherita, alle prese con la forza dell’amore ma anche con il peso del dubbio.
I protagonisti di Fedeltà, infatti, non sono una coppia in crisi, si potrebbero anzi definire felici, per quanto viva è ancora la loro intesa fisica e mentale. Un presunto tradimento di lui, però, si trasforma per lei in ossessione, divenendo un potente alibi per le sue fantasie.
Fedeltà è una serie che, come il libro, turba e invita a riflettere su un tema universale, che si presta, però, a molteplici interrogativi e modalità di racconto. La serie può, infatti, definirsi anche una approfondita indagine sul desiderio, sulle nostre fragilità, sulle nostre piccole e grandi frustrazioni e su quella fascinazione verso il precipizio che spesso ci porta a mettere tutto in discussione.
La fedeltà del titolo, infatti, non è solo quella nella coppia, ma anche quella verso se stessi. Quanto è importante accettare un compromesso fra le parti? E’ davvero possibile rinunciare a pulsioni o desideri quando si è in coppia? Si può essere capaci di mantenere in piedi un rapporto nonostante i nostri piccoli segreti? E’ giusto allontanarsi da sé per abbracciare la dualità? Sono queste alcune delle brucianti domande che affronteranno i protagonisti della serie e con loro anche il pubblico, che non potrà che appassionarsi alle loro vicende ed empatizzare con uno o più personaggi.
Come il libro, la serie è tutta incentrata sullo scavo psicologico dei protagonisti, interpretati dagli affiatatissimi Michele Riondino e Lucrezia Guidone, che li mettono in scena con grande generosità e intensità.
“Ci ha aiutato molto partecipare alla scrittura, dopo che l’impianto era già stato creato – rivela Riondino in conferenza stampa – Abbiamo modificato in itinere qualche dialogo e abbiamo provato molto prima di girare. Questo ha aiutato noi attori a “conoscerci meglio” e a creare un’alchimia“.
Il linguaggio della serie Netflix è, invece, giustamente diverso da quell’opera di Missiroli: il conflitto dei personaggi che lì era tutto interiore viene trasformato in azioni concrete nel corso degli episodi, per conferire un afflato narrativo più coinvolgente ed immersivo.
In una Milano vivissima, tra le vie del centro antico e i nuovi grattacieli che tagliano l’orizzonte, e in una Rimini in cui sopravvive il sentimento poetico dei nostri tempi, il racconto si fa talmente penetrante da non lasciare scampo.
In sintesi, Fedeltà è una serie adatta a tutti coloro che non hanno paura di guardare dentro di sé e di mettere in discussioni le proprie certezze.
Francesca Chiara Sinno