In scena dal 31 gennaio all’11 febbraio per l regia di Piero Maccarinelli
Antonello Fassari, Alvia Reale, Alberto Onofrietti, saranno in scena al Teatro Parioli dal 31 gennaio all’11 febbraio con FARÀ GIORNO, commedia in due atti di Rosa A. Menduni e Roberto De Giorgi, regia Piero Maccarinelli, musiche Antonio Di Pofi; produzione Teatro Franco Parenti.
Un vero e proprio LONG SELLER TEATRALE, dopo una prima edizione nel 2009 prodotta da Artisti Riuniti con Paolo Graziosi, Manuela Mandracchia e Alberto Onofrietti, nel 2011 lo spettacolo – prodotto dal Teatro Franco Parenti – resta in scena per 3 anni interpretato da Gianrico Tedeschi, Marianella Slazlo e sempre Alberto Onofrietti.
Questa edizione viene ripresa per 2 stagioni nel 2018 con lo stesso cast e registrata per Rai Palcoscenico che la manda in onda per 3 anni consecutivi per festeggiare il 25 aprile. Nella scorsa stagione sempre al Teatro Franco Parenti viene presentata la nuova edizione con Antonello Fassari, Alvia Reale e Alberto Onofrietti che registra 4 settimane di tutto esaurito.
Lo spettacolo viene ripreso quest’anno di nuovo al Franco Parenti per 3 settimane e approderà il 31 gennaio al Teatro Parioli di Roma. Caso unico nella drammaturgia italiana contemporanea la commedia di Menduni – De Giorgi viene rappresentata da 14 anni.
Si tratta di un vero esempio di Commedia all’Italiana dove si ride, ci si emoziona, seguendo le parole di Renato, vecchio comunista, Emanuel, fascistello di periferia e Anna, la figlia di Renato, ex terrorista ora medico impegnato in organizzazioni umanitarie. Sono 3 personaggi che potrebbero apparentemente non avere nessun terreno comune eppure attraverso la conversazione, la pazienza e l’amore riescono a trovare un insospettabile accordo.
Tutto si svolge in un interno, la stanza di Renato, mentre fuori la città con il suo caotico e bruciante ritmo consuma energie. Ma non c’è nulla di minimalista, perché nella stanza di Renato l’incontro e lo scontro verte sulle differenti posizioni morali dei tre personaggi o sull’accettazione indotta di uno di loro, sul loro passato e il loro presente in una società sempre più disgregata, dove sembra sempre più difficile trovare principi fondanti comuni.
Il testo vive sulle rimozioni del passato, sui sensi di colpa e su un orgoglio troppo superficialmente esibito. Renato, vecchio partigiano e medaglia d’oro al valore della Resistenza, si trova sulla strada di Manuel, teppista di periferia con spiccate simpatie nazifasciste. Manuel, uscendo dal garage condominiale, in una manovra scellerata, investe con l’auto Renato e “tratta” con lui un periodo di assistenza domiciliare solo per evitare una denuncia. Comincia così una sfida senza esclusione di colpi, anzi, una partita a due che tra azzardi, bluff ed inganni assumerà poco per volta i contorni di un confronto tra due opposte visioni della vita e del senso della Storia. In questo percorso ora aspro e diffidente, ora scanzonato e ironico, la comune ricerca di umanità e di verità li aiuterà a vincere le rispettive diffidenze rivelando le proprie debolezze e paure: il bilancio di una vita intera per l’uno, la mancanza di prospettive per il futuro per l’altro.
L’inaspettato e improvviso ritorno a casa di sua figlia Aurora è, per Renato, l’evento che riapre la strada a dolorosi ricordi, ma anche alla speranza di una riconciliazione in cui ormai non credeva quasi più: li hanno separati trent’anni di silenzio e di lontananza ma, ancora prima di questo, la scelta di vita di Aurora e la decisione più difficile che un padre possa prendere. Nell’ultimo e più importante confronto della sua vita, Renato si trova a trasmettere a due generazioni così diverse e distanti tra loro un’eredità che oggi sembra ormai dispersa, fatta dei più alti ideali di libertà e di responsabilità. Renato, Aurora e Manuel con le loro storie, le loro sconfitte, le loro illusioni e la loro voglia di riscatto sembrano diventare figure simboliche di un Paese che cerca di ritrovare il senso di sé.
Il testo, mantenendo l’ambientazione nel 2007, pur affrontando alcune importanti contraddizioni della società italiana e non censurando i momenti di commozione, ha tutte le caratteristiche della commedia, dotando i tre protagonisti di grande personalità, disincantata ironia e dialoghi vivaci e brillanti.
Il regista Piero Maccarinelli riporta in scena un grande successo del passato, una commedia divertente e commovente ormai divenuta un piccolo cult delle stagioni teatrali milanesi. Protagonista oggi, Antonello Fassari nel ruolo del vecchio partigiano Renato interpretato negli anni da Paolo Graziosi e Gianrico Tedeschi. Con lui sul palco, Alvia Reale e Alberto Onofrietti.
Lo spettacolo arriva ora a Roma per le ultime repliche, un’ultima occasione per vederlo!