In sala dal 22 dicembre con Academy Two
Vi immaginate Stalin, Hitler, Mussolini e Churchill che vagano smarriti davanti ai cancelli del cielo in attesa di essere ricevuti da Dio, con Napoleone Bonaparte che fa da guardiano?
Beh, ci ha pensato il maestro russo Aleksandr Sokurov nel suo Fairytale, un mix tra fiaba e allucinazione che colpisce per originalità ed estro visionario.
Divagazioni ideologiche, prese in giro e riflessioni sulla vita sono al centro delle conversazioni dei nostri quattro protagonisti, che parlano ognuno la propria lingua, indifferenti delle conseguenze del loro operato, ma consapevoli di essere ormai immortali.
Sono figure della Storia colte nella loro dimensione umana, nella vita quotidiana, nel loro pavoneggiarsi e nei loro capricci di uomini di potere.
Sokurov ha la geniale trovata di ritagliare filmati di repertorio dei suoi quattro protagonisti e di inserirli in sfondi animati, tra paesaggi disegnati in chiaroscuro alla Piranesi, architetture decadenti e rovine, boschi e grotte, nebbia e cave di marmo, ammassi di cadaveri e folle indistinte.
Il regista russo si imbarca nella folle ma vincente impresa di far emergere attraverso le immagini di repertorio l’indole e la personalità dei quattro protagonisti, componendo un sorprendente mosaico di frammenti, in grado di seguire la complessità della sceneggiatura.
Quello di Fairytale è un universo metafisico in cui Sokurov torna, però, ad esplorare le sue grandi ossessioni: la storia e il potere.
Ed in effetti l’autore scandaglia la storia della civiltà umana con tutte le sue contraddizioni, non accontentandosi mai di letture facili e manicheiste.
E fa confluire nella sua “fiaba” anche la Divina Commedia, con la differenza che nella concezione di Dante il castigo è qualcosa di imprescindibile, mentre i personaggi storici di Sokurov non solo rimangono impuniti, ma nemmeno provano rimorsi e sensi di colpa.
Fairytale è forse il film più sperimentale ed innovativo di Sokurov, ricco di umorismo, sarcasmo e intelligenza. Un lavoro tanto formalmente certosino quanto contenutisticamente entusiasmante.
Roberto Puntato