Fabrizio De André. Principe Libero, il film che racconta 40 anni della vita del grande cantautore, arriverà al cinema come evento speciale di Nexo Digital il 23 e 24 gennaio e su RAI 1, diviso in due parti, il 13 e 14 febbraio
Fabrizio De André. Principe Libero è un’opera fluviale che racconta 40 anni di vita di uno dei più grandi cantautori italiani di tutti i tempi: l’adolescenza in opposizione all’autorità familiare e al borghesismo dell’ambiente a cui appartiene, la scoperta della passione per la musica con la sua prima chitarra, la scoperta dei bassifondi di Genova e delle loro prostitute, i primi passi nel mondo dello spettacolo e della musica, l’abitudine a trovare rifugio nell’alcol per placare la sua tormentata irrequietezza, l’amore e i conflitti con la sua prima moglie Puny, da cui avrà il figlio Cristiano, l’incontro umano ed artistico con Luigi Tenco e la collaborazione con il poeta Riccardo Mannerini, gli amici più cari, come Paolo Villaggio, Fernanda Pivano o la PFM, l’amore “rivoluzionario” per Dori Ghezzi e il trasferimento nella campagna in Gallura, dove nascerà la seconda figlia Luvi e infine i quattro terribili mesi del sequestro e il successivo ritorno sulle scene.
Il centro del racconto è Fabrizio De André e la sua ricerca di libertà, personale e professionale. De André soffre, costantemente in dissidio fra ciò che è, ciò che gli altri vorrebbero che fosse e ciò che lui vorrebbe essere, oppresso da qualunque elemento ponga freno alla sua libertà: la figura paterna, le condizioni lavorative, la stabilità emotiva nelle relazioni.
Il regista Luca Facchini sposa una regia puntuale e non banale, accompagnata da una notevole precisione degli ambienti scelti, della scenografia, degli arredi e dei costumi. E soprattutto si serve di un grande attore come Luca Marinelli, che ha il merito di regalarci un’ interpretazione piena di sensibilità e umanità, e soprattutto, nonostante la somiglianza mimetica, lontana dall’emulazione. L’attore romano è misurato e incisivo, non si pone mai troppo vicino o troppo lontano al modello, ma cerca di rappresentarlo, facendone emergere ogni sfumatura dell’anima. E’ lui il vero motivo per guardare il film, ed è lui sicuramente la carta vincente dell’operazione. Non sono da meno, però, gli altri componenti del cast, da Valentina Bellé, che interpreta con convinzione Dori Ghezzi, a Elena Radonicich nel ruolo di Puny, a Gianluca Gobbi, che interpreta un inedito e somigliantissimo Paolo Villaggio, ad Ennio Fantastichini nel ruolo del padre Giuseppe.
Per approcciarsi alla visione di Fabrizio De Andrè – Principe Libero è bene, però, tenere presente un dettaglio non da poco: è un film nato e pensato per la televisione, con molte delle caratteristiche stilistiche e formali della fiction e con alcuni tradimenti storici. Si avverte soprattutto la mancanza di approfondimento circa i motivi che hanno spinto Faber ad avvicinarsi al mondo degli umili o all’anarchia o alla genesi della sua scrittura e delle sue canzoni: elementi che faranno sicuramente storcere il naso ai cultori del cantautore genovese.
Apprezzabile resta, però, la scelta di non cedere alla tentazione di raccontare gli episodi più noti e drammatici della vita di De Andrè, in favore di un ritratto più intimo e delicato, che faccia emergere l’uomo, con tutte le sue fragilità, più che l’icona.
Affatto banale anche la colonna sonora, composta in buona parte dalle canzoni scritte dall’autore, che alterna la voce del cantautore alle interpretazioni di Marinelli e a versioni strumentali dei brani eseguiti dalla London Symphony Orchestra.
Fabrizio De André. Principe Libero riesce quindi a superare la questione spinosa relativa alla rappresentazione sullo schermo di personaggi realmente esistiti e molto amati, tenendosi a distanza dall’agiografia e dal didascalismo indigesto da romanzone televisivo.
Alberto Leali