In scena dal 29 marzo al 2 aprile per la regia di Fabrizio Arcuri e Filippo Nigro
Fabrizio Arcuri e Filippo Nigro co-dirigono la versione italiana del testo dello scrittore britannico Duncan Macmillan, Every Brilliant Thing, dal 29 marzo al 2 aprile al Teatro India.
Un’autobiografia brillante scandita da una lista delle “cose per cui vale la pena vivere” a opera di un narratore-bambino che, per superare il turbamento del tentativo di suicidio della madre, prova a scrivere un elenco di momenti, emozioni, aneddoti, dall’infanzia all’adolescenza, attraverso il coinvolgimento del pubblico – talvolta chiamato a impersonare personaggi minori – e con una scrittura divertente quale strumento di riflessione sul tema della depressione e sul senso della vita.
Every Brilliant Thing è un’opera teatrale scritta da Duncan Macmillan nel 2013, assieme a Jonny Donahoe (che ne è stato anche il primo interprete). La pièce è stata presentata in versione originale con grande successo al Festival di Edimburgo e al Barrow Street Theatre di New York e in tour internazionale, fra Inghilterra, Australia e Nuova Zelanda. Nel 2021 viene messa in scena in Italia, nella traduzione di Michele Panella con la regia a quattro mani della coppia Arcuri e Nigro, quest’ultimo anche attore protagonista dello spettacolo, che ne restituisce un racconto di autofiction scandita da un inventario di possibilità per cui valga la pena vivere. Una lista che si allunga con il tempo, dall’infanzia alla vita adulta, fino a enumerare un milione di valide ragioni. La lista che ne esce – e che il protagonista condivide con chi lo ascolta, con tono confidenziale, coinvolgente, intimo – è imprevedibile, emozionante e personalissima, fatta di episodi e aneddoti catturati al volo dal protagonista a margine di libri, scontrini e sottobicchieri del pub.
Every Brilliant Thing dà vita a un racconto/confessione umano e informale di momenti speciali, illuminazioni, piccole manie, incontri, emozioni e attimi indimenticabili, durante il quale mette sempre più a fuoco il rapporto con il padre, con il suo primo amore, il fallimento del suo matrimonio, la ricerca di aiuto nei momenti di difficoltà, riesce a toccare con sensibilità e con una non superficiale leggerezza un tema delicato e complesso come la depressione, diventando una pièce partecipativa che costituisce per il pubblico innanzitutto un’esperienza. Infatti alla fine, la lista, più che alla madre, sarà stata utile a se stesso almeno a comprendere che “se vivi tanto a lungo e arrivi alla fine dei tuoi giorni senza esserti mai sentito totalmente schiacciato, almeno una volta, dalla depressione, beh, allora vuol dire che non sei stato molto attento!”. A seconda della risposta dell’audience, della temperatura emotiva e delle reazioni che ogni sera si creano in teatro, lo spettacolo è sempre diverso in ogni rappresentazione, infatti, Filippo Nigro riscrive in scena il pezzo insieme agli spettatori che lo vorranno aiutare.