Al cinema dal 16 settembre distribuito da Warner Bros. Pictures
Arriva finalmente al cinema, dopo il passaggio Fuori Concorso a Venezia 78, l’attesissimo Dune di Denis Villeneuve, un nuovo, ambizioso tentativo di trasporre sullo schermo il capolavoro sci-fi di Frank Herbert. dopo il discusso cult di David Lynch che non aveva molto convinto né pubblico né critica.
Villeneuve, ormai un habitué del genere fantascientifico (Arrival, Blade Runner 2049), si serve di un cast stellare per dare nuova linfa vitale al complesso plot del romanzo, da una parte colmando le lacune del film di Lynch, all’epoca sottoposto alle cesoie della produzione De Laurentiis, dall’altro scavando nelle sue pieghe più intime e profonde.
In realtà questo film è solo la prima parte di un progetto più ampio, una nuova saga cinematografica che vuole finalmente rendere giustizia alla grande ricchezza del romanzo di Herbert. Ecco perché Villeneuve sceglie, a ragione, di prendersi tutto il tempo necessario per introdurci in questo universo così composito, sfaccettato e suggestivo, realizzando un’opera che ci prepari a dovere a tutto ciò che vedremo nei capitoli successivi.
Dune si discosta infatti dal blockbuster mainstream: è fantascienza d’autore matura e calibrata, che non ha paura di sacrificare ritmo e fluidità narrative nell’ottica di una maggiore fedeltà a uno dei romanzi di fantascienza più belli, influenti e importanti di sempre.
Ma ciò che più ci ha colpiti del nuovo Dune è che non si limita a sfruttare le avanzatissime opportunità dalla tecnologia per regalare al pubblico del mero spettacolo per gli occhi, ma sceglie la strada più impervia (ritmo compassato, dilatazione temporale, stacchi di montaggio, campi lunghissimi) per avvicinarci a un mondo fantascientifico e filosofico che necessita di tempo per essere compreso ed amato.
Se la regia di Villeneuve ha dell’impressionane per eleganza e magniloquenza, ottimo è anche tutto il comparto tecnico, dalla fotografia (Greig Fraser) ai costumi (Jacqueline West), dalla scenografia (Patrice Vermette) alle musiche (Hans Zimmer), dagli effetti visivi (Paul Lambert) a quelli speciali (Gerd Nefzer).
Azzeccatissima è anche la scelta di Timothée Chalamet nel ruolo di Paul, che oltre ad avere le physique du rôle dell’eroe in crescita alla ricerca di se stesso e dalla psicologia poliedrica, si conferma uno degli attori più talentuosi della sua generazione. Ma, in generale, tutto il cast di Dune (Rebecca Ferguson, Oscar Isaac, Josh Brolin, Stellan Skarsgård, Dave Bautista, Zendaya, Charlotte Rampling, Jason Momoa, Javier Bardem) si rivela all’altezza della mastodontica impresa di Villeneuve, finora la migliore trasposizione del cult letterario per visione d’insieme e aderenza al materiale di partenza.
Giancarlo Giove