Nelle sale italiane dal 29 settembre distribuito da Warner Bros. Italia
Il nuovo film di Dragon Ball Super torna all’era classica della serie, dimostrandosi un buon prodotto nostalgico per i fan del franchise, ma anche accessibile per chi non ha mai visto Dragon Ball.
Super Hero, infatti, che celebra una delle figure paterne più popolari non solo nell’universo di Dragon Ball, ma di quello di tutti gli anime – il guerriero alieno Piccolo – non richiede alcuna conoscenza della serie revival del 2015 Super. È piuttosto un nostalgico ritorno al passato di circa 90 minuti, che farà divertire gli amanti di lunga data di Dragon Ball con i suoi easter egg, ma dotato di una storia facile da seguire anche per i nuovi arrivati.
Diretto da Tetsuro Kodama (che ha anche lavorato al primo film di Dragon Ball Super, Broly ), Super Hero si ricollega agli eventi di Dragon Ball Super attraverso alcune scene con Goku, Vegeta, Beerus, Whis e Broly. Le loro apparizioni, però, sono poco più che cammei obbligatori e non hanno assolutamente alcuna relazione con la trama principale, che si concentra su Piccolo e il suo (di fatto) figlio adottivo Gohan, costretti a scontrarsi con un acerrimo nemico del loro passato: l’Armata del Fiocco Rosso.
Uno dei maggiori meriti di Dragon Ball Super: Super Hero è il coinvolgimento diretto del creatore della serie Akira Toriyama – uno degli artisti che hanno cambiato la storia dei manga – che si occupa della sceneggiatura con fluidità e sicurezza, regalandoci una riuscita e fresca miscela di azione, umorismo e richiami ai personaggi preferiti dai fan del franchise.
Super Hero può essere visto, infatti, come una piacevole tregua dalle complesse trame di Dragon Ball: un’opportunità per sedersi, rilassarsi e godersi un po’ di nostalgia. L’unico elemento di rottura è rappresentato dall’uso dell’animazione 3D, la prima per un film di Dragon Ball. Lo stile, infatti, conferisce al film un aspetto sconosciuto e per certi versi un po’ straniante, che ricorda un gioco per Nintendo Switch.
Ma è un piccolo prezzo da pagare per la storia che il pubblico riceve in cambio. Qui, infatti, la star indiscussa è Piccolo, a lungo salutato dai fan di Dragon Ball come uno dei migliori padri anime di sempre. È lui che in passato ha sacrificato la sua vita per proteggere Gohan, è lui che ha mostrato più preoccupazione per la sua sicurezza durante la Saga di Cell. Ed è sempre lui che ha lavorato con Gohan durante la Universe Survival Saga, mentre Goku era fuori a occuparsi delle sue cose.
Piccolo ha fatto del suo meglio per preparare il ragazzo alle sfide della vita, permettendogli di raggiungere il suo massimo potenziale, il che è più di quanto l’assente Goku abbia mai fatto. Questi temi continuano in Dragon Ball Super: Super Hero, dove Piccolo si prende ancora cura di Gohan adulto e funge persino da mentore per la figlia di Gohan, Pan. Le scene di Piccolo e Pan, infatti, sono deliziose, ma è ancora la relazione Gohan-Piccolo il vero cuore del film.
Ma questa è ancora una storia di Dragon Ball, quindi non è fatta solo di nostalgici ritorni al passato e di lezioni sulla genitorialità dei supereroi. Il film non manca, infatti, di umorismo, battaglie a mezz’aria ed esplosioni di energia, che rendono anche questo capitolo dinamico, divertente e scattante.
Reana Angaroni