Domenica 3 novembre in prime-time sulla rete ammiraglia Mediaset il film campione d’incassi premiato col David di Donatello
Abile conoscitore dei meccanismi cinematografici, grazie ad un passato da sceneggiatore, lo scrittore Donato Carrisi, da pochi giorni al cinema con il suo secondo lungometraggio L’uomo del labirinto, esordisce alla regia con La ragazza nella nebbia, tratto dal suo fortunato libro omonimo, nato originariamente proprio per diventare un lungometraggio.
Ad Avechot, un piccolo e sonnolento paese di montagna alle pendici delle Alpi, scompare misteriosamente, due giorni prima di Natale, l’adolescente Anna Lou. Ad indagare sull’accaduto è il poliziotto Vogel (Toni Servillo), abile nel suo mestiere quanto nel creare dei veri e propri casi mediatici. I media invadono ben presto Avechot, mentre la gente cerca ossessivamente un colpevole. Nel frattempo, iniziano ad emergere inquietanti segreti e discutibili indizi.
Un valido film di genere, che segue con disinvoltura gli stilemi del noir per addentrarsi in una riflessione inquietante sul potere del male e sulle sue molteplici facce.
La giustizia non interessa a nessuno ne La ragazza della nebbia: ciò che conta, e che soprattutto fa audience, è individuare un “mostro”, non importa se vero o presunto. E mostri in questo film sono un po’ tutti i personaggi, coinvolti in una spirale di segreti, inganni, sospetti, dolori e non detti.
Ecco quindi che scoprire cosa sia realmente successo ad Anna Lou passa in secondo piano rispetto all’avere un colpevole da condannare ed una vittima innocente da compatire. Non aiuta una tv vorace e spietata, simboleggiata dalla cinica giornalista di Galatea Ranzi, che fa dell’esposizione mediatica dei casi di cronaca nera il suo principale mezzo di successo.
Ciò che però più affascina in La ragazza nella nebbia è l’inedito e interessantissimo personaggio di Vogler (un Toni Servillo al solito straordinario) e il rapporto che ha con la stampa: il poliziotto sa infatti come divenire protagonista del circo mediatico, cercando e sfidando i media nel tentativo di ottenere più mezzi a disposizione per le sue indagini, ma anche per alimentare il suo peccato di vanità. Vogler non si fa scrupoli ad usare perfino stratagemmi scorretti pur di giungere al suo scopo: il suo passato, peraltro, è segnato da un caso andato male e in cui si è spinto troppo oltre.
La trama de La ragazza nella nebbia si muove per sbalzi temporali, saltando avanti e indietro rispetto al giorno della scomparsa di Anna Lou: disseminando indizi, orientando e depistando, chiarendo e confondendo, Carrisi mette in scena un thriller intrigante, appassionante, sorprendente, costruito con grande abilità.
Tutti i personaggi inoltre sono interessanti e sfaccettati, merito anche di interpretazioni di tutto rispetto da parte del notevole cast, in primis Alessio Boni, nel ruolo del professor Loris Martini, e Jean Reno in quello dello psichiatra Flores.
Perfetto il dosaggio dei colpi di scena, ottima l’atmosfera di placida e minacciosa freddezza, raffinata la regia dall’aura vintage: in sintesi, un esordio felice e promettente.
Prodotto da Medusa e Colorado Film, il film ha vinto il David di Donatello per il Miglior regista esordiente a Donato Carrisi ed ha ottenuto uno straordinario successo di pubblico.
Alberto Leali