Diretto da Michele Vannucci e prodotto da Matteo Rovere e Giovanni Pompili, arriva al cinema dal 23 marzo con Adler Entertainment
Il nuovo notevole film di Michele Vannucci (Il più grande sogno) è un western contemporaneo che si muove, tra l’acqua e la nebbia, nelle terre del Delta del Po.
Racconta, così, da un lato la povertà e gli espedienti adottati per sfuggirne, dall’altro l’attaccamento identitario alle tradizioni di un luogo.
Tra bracconieri dediti alla pesca illegale e associazioni ambientaliste che lottano per l’ecosistema locale, Delta fa scontrare due uomini e allo stesso tempo i mondi a cui appartengono.
Da una parte c’è Osso (Luigi Lo Cascio), un uomo tutto principi e valori, che gestisce un’associazione che preserva il territorio dagli scarichi inquinanti; dall’altra c’è Elia (Alessandro Borghi), che con la sua famiglia adottiva attraversa il confine per pescare sul Delta del Po utilizzando illegalmente dei generatori elettrici.
In un mondo dimenticato perfino dal sole, la legge è inefficace, così ci si scontra direttamente e fino all’ultimo sangue.
Delta è una storia di frontiera che si tinge di noir, in cui i bravissimi Alessandro Borghi e Luigi Lo Cascio cadranno in una spirale di violenza che li costringerà a fare i conti con la loro vera natura. La loro guerra, che si nutre di violenza e vendetta, porterà, però, ad un finale senza né vincitori né vinti.
Oltre ad evocare un ottimo senso dell’ambiente, il merito principale del film è di creare due personaggi credibili e appassionanti, frutto delle rispettive esperienze di vita.
Se Elia è un orso che cerca di proteggere la famiglia che lo ha accolto, ma si rende conto ben presto di essere ancora solo, Osso passa dall’essere il protettore del fiume a un uomo ossessionato dal desiderio di vincere almeno una volta, pronto per questo a spingersi fino al limite.
Delta è, quindi, un prodotto nuovo ed atipico per il panorama italiano, da salutare con indubbio entusiasmo.
Carla Curatoli