Vincitore per la miglior regia all’ultimo festival di Cannes, arriva nelle nostre sale dal 2 febbraio con Lucky Red
Corea. Un uomo muore cadendo dalla cima di una montagna. Il detective incaricato, Hae-joon, incontra la fascinosa moglie (cinese) dell’uomo deceduto, Seo-rae, che però non si mostra affatto scossa dalla morte del marito. A causa del suo comportamento, il poliziotto la considera una sospettata, così cerca di vederci chiaro, sviluppando, però, un interesse sempre maggiore verso di lei.
Park Chan-wook torna al suo cinema migliore, con un thriller hitchcockiano che sprigiona sensualità e sorprende per temi oltre che per prodezze stilistiche.
Decision to leave è forse il suo miglior film dopo l’acclamata Trilogia della vendetta e dopo diverse sperimentazioni ardite ma non sempre efficaci.
Qui, infatti, il regista coreano riesce a tenere in perfetto equilibrio forma e contenuto, non abbandonandosi a virtuosismi fini a se stessi, ma allineandoli a una trama palpitante e ottimamente costruita.
Decision to leave, infatti, non è solo un thriller vorticoso ed elegante, ma soprattutto un melodramma che gronda emozioni e umanità.
Pieno zeppo di simboli, dualismi e ossessioni, il film rimanda a quel capolavoro che è La donna che visse due volte, vestendolo, però, di panni contemporanei, con i dispositivi elettronici che diventano fondamentali nello sviluppo dell’intreccio.
Traccia, così, con grande maestria ma con inedita sobrietà, una storia d’amore impossibile che vive di piccoli gesti, sguardi, tensioni e ambiguità. Raccontando, tra le righe, quello scarto storico e culturale che da sempre caratterizza il rapporto fra due Paesi come la Corea e la Cina.
Mettendo da parte la violenza iperrealistica che lo ha reso celebre, il regista coreano inscena un’opera imprevedibile e disorientante, un viaggio nel mistero dei sentimenti che ondeggia fra generi e registri.
Non abbiate paura se durante la visione vi sembrerà di non capire dove state andando: Decision to leave chiede allo spettatore di abbandonarsi ai moti del cuore, mai espliciti ma non per questo meno dirompenti, dei suoi protagonisti, a cui Park Hae-il e Tang Wei regalano interpretazioni toccanti e misuratissime.
Ilaria Berlingeri