Al cinema dal 28 ottobre con Eagle Pictures e presentato in Prima Mondiale a Lucca Comics & Games
Tratto da una serie a fumetti horror pubblicata da Sergio Bonelli Editore a partire dal 2020, Dampyr racconta le avventure di Harlan Draka, un essere nato dall’unione di un vampiro particolarmente potente (un Maestro della Notte) e di una donna umana.
Ci troviamo nei Balcani all’inizio degli anni ’90, durante la guerra. Harlan (Wade Briggs) sbarca il lunario fingendosi un Dampyr, ovvero un essere mezzo umano e mezzo vampiro, capace di liberare i villaggi da quelle che i superstiziosi abitanti ritengono ingenuamente terribili maledizioni legate al mondo dei vampiri.
Ma quando viene convocato dai soldati attaccati da creature assetate di sangue, Harlan scopre la verità: lui è davvero un Dampyr.
Mentre cerca di affrontare un terribile “Maestro della Notte”, Harlan dovrà imparare a gestire i suoi poteri e scoprire le sue origini. Ad accompagnarlo una vampira rinnegata (Frida Gustavsson) e un soldato in cerca di vendetta (Stuart Martin).
Origin story del cacciatore di vampiri mezzosangue creato da Mauro Boselli, Dampyr vuole porre le basi per un nuovo universo cinematografico fantasy ed in questo si rivela sicuramente ambizioso e curato.
L’esordio alla regia di Riccardo Chemello si dimostra buono, aiutato dalla fotografia di Vittorio Omodei Zorini che punta molto su un’ambientazione dark e dai toni tetri. Per non parlare del contributo offerto dalle più grandi maestranze del cinema mondiale: dall’hair designer Giorgio Gregorini a Giovanni Castelnuovo ai costumi, passando per Luigi Marchione che firma le scenografie e Alps Studios gli effetti speciali.
Rimanendo molto fedele al fumetto, Dampyr si rivela un racconto di formazione vestito da blockbuster, ovvero un viaggio alla scoperta dell’identità da parte di un antieroe abbastanza stereotipato. Ma anche un horror fantasy fortemente ancorato ad un contesto realistico.
Nonostante le buone intenzioni e le forti ambizioni, però, il film si rivela abbastanza scontato e prevedibile, poco avvincente e addirittura datato.
Già, perché forse una tale operazione avrebbe avuto senso qualche anno fa; oggi, invece, si aggiunge semplicemente alla lunga lista dei cinecomic che siamo abituati a vedere.
Federica Rizzo