Nisha è una sedicenne di origine pakistana nata e residente in Norvegia, divisa tra la vita occidentale che fa con i suoi amici e le rigide regole della sua famiglia a cui finge di adeguarsi. Una notte, però, suo padre Mirza la scopre in camera con un ragazzo e da allora per la giovane ha inizio un vero e proprio viaggio all’inferno. Intimorita da ciò che dirà la gente, la famiglia organizza per Nisha una partenza forzata per il Pakistan presso i parenti di suo padre, finalizzata ad insegnarle come ci si deve comportare. Ma qui le cose si metteranno anche peggio.
Cosa dirà la gente, diretto dalla regista norvegese di origini pakistane Iram Haq, che ha avuto un’esperienza simile a quella della sua protagonista, si concentra sulle drammatiche frizioni tra la cultura occidentale e quella orientale, oggetto della cronaca prima ancora che del cinema.
Attraverso il feroce racconto “dall’interno” di una cultura rigida e chiusa in se stessa, intimorita dal conformismo sociale e in cerca di riparo nell'”ordine” delle origini, la regista conduce lo spettatore in un viaggio all’inferno che, nel suo climax di ottusità, colpa e violenza, opprime ed annienta.
La famiglia si trasforma così da nucleo d’amore e protezione, in una prigione che non lascia scampo e che non può tollerare l’immoralità e lo scandalo. E se pur con dolore il prezzo da pagare è il sacrificio di una figlia, ciò che va riscattato ad ogni costo è l’onore presso la comunità. La Haq ha, però, il grande merito di rinunciare a una visione manichea dello scontro fra vittima e carnefici, mettendo in campo personaggi, situazioni e sentimenti che colora delle sfumature della vita.
Per rendersene conto, basta vedere come descrive il rapporto d’amore e paradosso tra una figlia che adora suo padre ma vorrebbe vivere la scoperta dei suoi 16 anni (bravissima l’esordiente Maria Mozhdah) e un genitore dilaniato, da un lato, dai retaggi culturali e dalle pressioni sociali, dall’altro, dall’attaccamento verso quella creatura che, nonostante tutto, vorrebbe vedere felice (Hadil Hussain). Sottile può essere, infatti, il filo che lega l’amore e il bisogno di protezione alla sopraffazione, ma anche il diritto di vivere con spensieratezza la propria giovinezza e il senso di colpa per l’afflizione e l’umiliazione provocate ai propri cari.
Presentato in anteprima nella sezione Panorama Internazionale del Bif&st 2018, Cosa dirà la gente è uno di quei film capaci di scuotere l’anima e di colpire il cuore, trascinando lo spettatore nelle emozioni e nei sentimenti provati dalla protagonista nel suo tormentoso percorso di crescita. Un’opera al contempo delicata e impietosa, sofferta e potente, che rimane in testa e fa riflettere.
Alberto Leali