Roma. In un condominio di borgata si incrociano le vite di diversi personaggi, tra cui Marcello (Vinicio Marchioni), ex culturista cocainomane sposato con Chiara (Anna Foglietta), ma anche escort per omosessuali legato allo scrittore borghese Walter (Vincenzo Salemme), e Mauro (Maurizio Tesei), spacciatore arricchito, desideroso di cambiare vita ma in crisi con la moglie Simona (Giulia Bevilacqua).
A Venezia 74 viene presentato nella sezione Giornate degli autori il secondo film dei registi Matteo Brotugno e Daniele Coluccini, IL CONTAGIO, basato sull’omonimo e attualissimo romanzo di Walter Siti, curatore delle opere complete di Pasolini. Un libro e un film che raccontano impietosamente la deriva e il cambiamento della borgata romana, scavando fra le ferite di personaggi deboli, corrotti e autodistruttivi. L’unico ammaccato sopravvissuto e narratore delle storie, è lo scrittore, “straniero” alla borgata, interpretato da Salemme, in un ruolo per lui assolutamente inedito. Il film è diviso nettamente in due parti: una prima che si svolge nel condominio di borgata, concentrandosi sulle vite in declino delle due coppie protagoniste; e una seconda, ambientata tre anni dopo nel quartiere Prati, che si focalizza su Mauro e sulla crisi che lo spinge a una svolta. Un film duro, cupo, senza giustificazionismi o edulcorazioni, che si fa specchio, dolorosissimo, dell’Italia di oggi.
Abbiamo incontrato i registi e lo scrittore Walter Siti a Venezia in occasione della presentazione del film.
ZS: Cosa vi ha spinto a trasporre il libro di Walter Siti in un film?
BROTUGNO: Ci siamo chiesti nel 2008 perché non fosse mai stato realizzato un film da questo libro. Ci siamo imbattuti in questo lavoro trovando non poche difficoltà, perché il libro è pieno di situazioni, personaggi e intrecci narrativi. Abbiamo tenuto fede a quella che di fondo era la base del libro, una storia d’amore tra un professore borghese ed un escort di periferia, completandola con le altre linee narrative ad essa connessa, a volte inventando anche noi qualcosa.
COLUCCINI: Da questo libro era già stata realizzata una pièce teatrale con Nuccio Siano, per il quale noi abbiamo lavorato. Insomma, un vero e proprio Contagio.
ZS: La caratteristica che si nota nel film è la netta frattura fra due parti…
BROTUGNO: Il film è spezzato, come le due parti di una mela, ma bilanciate. La prima parte si svolge in periferia ed è incentrata su piccole storie di droga e corruzione; l’altra descrive il centro cittadino è pericolose storie di potere.
COLUCCINI: Anche a livello cromatico abbiamo diviso il film in due parti, che sembrano apparentemente diverse, ma in realtà sono due facce della stessa medaglia. La prima parte, dai colori caldi, racconta un finto equilibrio; nella seconda si cambia registro, i colori diventano più freddi perché si va a scavare nell’intimità di Mauro.
ZS: Walter Siti, come ha reagito alla notizia di un film tratto da un suo libro?
SITI: Mah, veramente io non avrei mai immaginato che i miei libri potessero diventare dei film. Spesso mi è capitato di ricevere telefonate in cui mi chiedevano “facciamo un film dal tuo libro”?. Ma io riattaccavo, non ne volevo sapere. Loro mi hanno saputo convincere, e ne sono felice. Hanno avuto stile nello scrivere la sceneggiatura, che mi ha rapito.
Roberto Puntato