Nelle nostre sale dal 7 ottobre distribuito da Medusa Film. Nel cast Cristina Donadio, Maurizio Casagrande e Serena Autieri
Dopo Una festa esagerata, Vincenzo Salemme porta nuovamente al cinema una commedia teatrale da lui scritta, recitata e messa in scena in palcoscenico. Anche stavolta il risultato è soddisfacente, perché in Con tutto il cuore non solo il divertimento è assicurato, ma ogni componente filmica funziona alla perfezione.
A cominciare dall’eccellente cast – proveniente dal teatro – e dalla intelligente sceneggiatura, che non ha paura di affrontare – fra comico e tragico – temi particolarmente spinosi come la superficialità della società odierna e la formazione della coscienza di un popolo.
Con tutto il cuore, in particolare, punta l’attenzione sull’eterno conflitto tra giusto e sbagliato, in una società per cui il male è fascino e il bene è monotonia. Lo fa attraverso la parabola – comicamente amara – di un uomo semplice, quasi un Candide dei nostri giorni: totalmente invisibile agli occhi degli altri finché un’accusa di omicidio non penderà sul suo capo, spazzando via la banalità di una vita tranquilla.
Perché Ottavio (Salemme), considerato un fesso, “di quelli che hanno lo stipendio, rispettano le leggi e non hanno alcuna voce”, è “solo” un mite insegnante di lettere antiche. Uno che non ha mai suscitato particolare interesse, finché non subisce un trapianto di cuore, ricevendo proprio quello del feroce boss Pasquale Mangiacarne, morto assassinato. Prima di lasciare questo mondo, infatti, l’uomo ha sussurrato all’orecchio della madre (Cristina Donadio), feroce quanto lui, le sue ultime volontà: che il proprio cuore possa continuare a battere, affinché colui che lo riceverà in dono possa vendicarlo. Il povero Ottavio, dunque, dovrà decidere se restare buono, mite e onesto oppure diventare un assassino come il suo donatore.
Per come affronta il tema dell’identità, Con tutto il cuore è certamente una commedia pirandelliana, ma è soprattutto figlia della tradizione del grande teatro napoletano dei De Filippo, che, oltre a far ridere, porta il pubblico ad interrogarsi sui valori e le contraddizioni del nostro oggi. Al centro del film ci sono infatti: l’importanza dell’onestà e dell’integrità umane, il dilagare dei mestieri “abusivi” e delle raccomandazioni, le meschinità della famiglia separata, il bistrattamento culturale, il peso di debiti e intimidazioni ma anche delle scelte.
Insomma, ancora una volta bravo Salemme: è di commedie come queste che il nostro cinema ha davvero bisogno!
Roberto Puntato