Scritto e diretto da Drew Hancock, vede nel cast Sophie Thatcher e Jack Quaid. Al cinema dal 30 novembre con Warner Bros. Pictures
Prodotto dai filmmakers già autori di Barbarian, Raphael Margules, J.D. Lifshitz, Zach Cregger e Roy Lee, e debutto cinematografico di Drew Hancock dopo due decenni passati in tv, Companion è una commedia nera, venata di fantascienza, incentrata su una coppia che si incontra in un supermercato.
E’ difficile parlare di Companion senza svelare la trama a spirale che lo compone. Il film, infatti, si basa su una serie di colpi di scena, di cui il primo arriva abbastanza presto. Infatti, dopo i primi 20 minuti, caratterizzati da performance rigide e da interazioni un po’ forzate, Companion sferra il suo primo colpo di scena, ricontestualizzando tutte le cose strane, o stranamente meccaniche, che avevamo visto in precedenza. Il film, quindi, cambia marcia, e si rivela nella sua essenza.
E’ Jack Quaid a dare il tono al film. Josh è un personaggio riconoscibile e piuttosto divertente, ma è anche un perdente: è, infatti, chiaro sin da subito che il pasticcio in cui si è cacciato è del tutto al di là delle sue possibilità. Hancock basa, quindi, il film sulla performance di Quaid, alternando i toni leggeri della commedia a quelli più oscuri e seriosi.
Esplorando la relazione tra esseri umani e tecnologia, il film ci regala un’atmosfera claustrofobica e mantiene la narrazione interessante anche quando la trama diventa più contemplativa.
Interessante è il modo in cui il regista gioca con la tensione psicologica, creando una sensazione di crescente paranoia che ci accompagna per l’intera durata. Nonostante i fantastici progressi nella tecnologia robotica, il futuro prossimo di Companion sembra plausibile perché prende concetti sociali riconoscibili e li spinge verso estremi disumanizzanti.
Federica Rizzo