senzamargine. Passaggi nell’arte italiana a cavallo del millennio è il titolo della mostra in occasione del decennale del museo, che sarà aperta dal 2 ottobre 2020 per un anno intero (fino al 10 ottobre 2021) a ingresso gratuito dal martedì al giovedì e ogni terzo venerdì del mese fino alle 22
Carla Accardi, Luciano Fabro, Luigi Ghirri, Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, Paolo Icaro, Jannis Kounellis, Anna Maria Maiolino, Claudio Parmiggiani, Mario Schifano. Questi nove maestri imprescindibili dell’arte italiana contemporanea, tutt’oggi punto di riferimento per le generazioni più giovani, sono i protagonisti della mostra-omaggio senzamargine. Passaggi nell’arte italiana a cavallo del millennio, un progetto del MAXXI Arte a cura di Bartolomeo Pietromarchi, al MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo dal 2 ottobre 2020 fino al 10 ottobre 2021.
Si tratta di nove maestri ancora non presenti nella Collezione le cui opere, grazie a un contributo del MiBACT in occasione del decennale del museo proprio per arricchire la collezione (legge n.8 del 28.02.2020) e attraverso questa mostra, entreranno a farne parte.
senzamargine. La mostra
Negli spazi della Galleria 1, al piano terra del museo, si susseguono una serie di “stanze”, ognuna delle quali dedicata a un artista di cui sono esposte grandi installazioni, opere importanti realizzate negli anni a cavallo del millennio, opere senzamargine, per parafrasare il titolo della rivista d’avanguardia fondata e diretta nel 1969 da Alberto Boatto, a cui contestualmente è dedicato un focus di approfondimento nell’Archive Wall.
Questa sequenza di ambienti immersivi potenzia la carica rivoluzionaria, la forza e la monumentalità, oltreché la relazione con lo spazio, delle opere, facendo emergere in tutta la loro attualità alcune delle tematiche tutt’oggi al centro delle riflessioni artistiche.
Il percorso si apre con la “stanza” dedicata a Luigi Ghirri, grande maestro della fotografia celebre per il suo sguardo inedito sulla rappresentazione del paesaggio. In mostra 30 fotografie pubblicate nel 1989 nel volume Paesaggio italiano per la collana I Quaderni di Lotus. Città diverse, luohi diversi, ma tutte immagini liriche e allusive, lontane dagli stereotipi e accomunate, come scrive lo stesso Ghirri “da un leitmotiv che attraversa tematiche, spazi e oggetti” e che lega le fotografie in una sorta di “geografia sentimentale, dove gli itinerari non sono segnati e precisi, ma ubbidiscono a strani grovigli del vedere”. Paesaggio italiano è parte del Fondo Ghirri della rivista Lotus International, con cui il maestro ha collaborato per circa dieci anni dal 1983 e che comprende oltre 350 fotografie, pubblicazioni originali, testi e materiali di lavoro vari.
Luigi Ghirri – Ravenna, rocca Brancaleone, scenografia di Aldo Rossi per la Lucia di Lammermoor, 1987
Il secondo ambiente è dedicato a Mario Schifano. Nelle opere qui esposte (il grande PVC Per Esempio, i dipinti Segni e Ritracciato, i tondi Chi e Dolore) – originariamente presentate a Roma nel 1990 nella mostra Divulgare al Palazzo delle Esposizioni, e nel 1992 in parte danneggiati da un incendio – Schifano torna a meditare sul potere anestetizzante della televisione, insieme feticcio e ossessione personale. soffermandosi sull’esposizione costante a una overdose di immagini sempre più svuotate di significato.
Due le opere in mostra di Luciano Fabro, figura tra le più note dell’Arte Povera: Enfasi (Baldacchino) e Italia all’asta. Enfasi – sorta di baldacchino sospeso in alto, in lamiera di rame e allumino, con 18 tondi metallici su cui sono sbalzati dei volti – rimanda a una antica copertura dagli echi sacrali. Italia all’asta appartiene a una delle serie più note dell’artista, Italie, riflessione sull’identità nazionale avviata nel 1968. L’opera, del 1994, rappresenta due sagome della Penisola, una delle quali capovolta, entrambe appese a un’asta e, nell’allestimento curato insieme alla figlia Silvia Fabro, messe all’angolo.
Le due tele Bianco argento e Bianco argento 3 (in copertina) di Carla Accardi riflettono l’indagine sul segno che ha accompagnato l’artista per tutta la sua carriera e che qui si fa semplificato e geometrico. Le tele dialogano con l’installazione Casa Labirinto, esposta per la prima volta a Palazzo Doria Pamphilj di Valmontone nel 2000: un parallelepipedo in perspex su cui Accardi ha tracciato segni neri e grigi. Qui pittura, architettura e simbolo diventano un tutt’uno e la trasparenza stessa diventa spazio tridimensionale.
Maestro dell’Arte Povera, Jannis Kounellis, è presente in mostra con la potente installazione Senza titolo del 2014. Presentata per la prima volta a Todi e poi a Londra nel 2014, è tra le ultime realizzate dall’artista. In quest’opera, dove grandi coltelli da macellaio che trafiggono cappotti neri a brandelli avvolgono lo spazio, Kounellis parla della condizione umana e delle sue ferite.
Jannis Kounellis – Senza Titolo (2014)
In Spiette (1991) qui per la prima volta allestita a dimensione ambientale, Paolo Icaro punteggia lo spazio con 36 piccole forme di gesso nelle quali sono incastonati frammenti di vetro specchiante. Posizionate con diverse angolazioni, le Spiette si riflettono l’una con l’altra e sembrano tessere una invisibile trama di sguardi.
Claudio Parmiggiani ha ideato appositamente per il MAXXI Senza titolo, una delle sue famose delocazioni, opere che realizza impiegando fuoco, fumo e fuliggine che rivelano la sagoma di oggetti assenti. Uno dei soggetti più di frequente trattati con questo metodo è il libro: forma simbolica dal valore culturale e sapienziale di lunga durata, ma anche solida entità materiale dalla ricca storia formale
L’interazione tra diversi mezzi espressivi, che emerge chiaramente nell’allestimento qui proposto e pensato per questa occasione, caratterizza il lavoro di Anna Maria Maiolino, artista di origine italiana che vive e lavora in Brasile. In mostra una serie di opere che riflettono la commistione di linguaggi, tra sculture, fotografie e disegni, di diversa provenienza, che raccontano il percorso di questa artista particolarmente impegnata nell’indagare il ruolo sociale della donna.
Anna Maria Maiolino – Por Um Fio
Anna Maria Maiolino
Il percorso si chiude con la “stanza” dedicata a Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, capisaldi della ricerca sull’immagine in movimento negli ultimi decenni, cui il MoMA di New York e il Centre Pomipdou di Parigi hanno dedicato importanti retrospettive. senzamargine è un doveroso omaggio a questo straordinario duo di artisti, con il corpus di opere Dal Polo all’Equatore, che comprende un film, un grande rotolo disegnato e altri lavori su carta.
In occasione della mostra, grazie al finanziamento del MiBACT, sono in corso di acquisizione le seguenti opere: Lugi Ghirri, Fondo Lotus International; Luciano Fabro, Italia all’asta, 1994; Carla Accardi, Bianco argento, 2000 + Biancoargento 3, 2001; Jannis Kounellis, Senza titolo, 2015; Paolo Icaro, Spiette, 36, 1991; Claudio Parmiggiani, Senza titolo, 1998-2020; Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, corpus Dal Polo all’Equatore, 1982-1986, oltre all’intero archivio di Superstudio e due modelli della Ville Spatiale di Yona Friedman.
Alberto Boatto. Lo sguardo dal di fuori (a cura di Stefano Chiodi)
Alberto Boatto è stato uno dei più originali e influenti critici d’arte italiani del secondo Novecento. Testimone diretto delle radicali trasformazioni nelle pratiche artistiche a lui contemporanee, ha avuto sempre una posizione caparbiamente indipendente, affidando alla scrittura un ruolo fondamentale. Questa mostra presenta una significativa selezione dal suo archivio personale, formato da corrispondenza, manoscritti e dalle sue numerose pubblicazioni, dalla famiglia generosamente donato al MAXXI nel 2019. Vi si ritrovano tutti gli aspetti del suo lavoro intellettuale, gli scambi con amici, artisti, critici e scrittori, i quaderni di appunti, le prime stesure dei suoi libri e alcuni testi inediti di grande interesse. La somma di una vita di pensiero e di scrittura che si offre ora all’attenzione del pubblico e alle ricerche degli studiosi.
Omaggio a Claudia Gian Ferrari (a cura di Anne Palopoli)
Con l’intenzione di promuovere, diffondere, rendere accessibile l’arte da lei più amata, Claudia Gian Ferrari si è impegnata negli ultimi anni della sua vita in importanti donazioni per arricchire il patrimonio di diverse collezioni pubbliche. Nel 2010, ha donato al MAXXI oltre 50 opere d’arte contemporanea della sua collezione nella casa romana davanti alla Basilica di Santa Maria Maggiore. La mostra è allestita seguendo un percorso che ricostruisce la cronologia delle acquisizioni del suo lascito, raccontando così l’evolversi dei suoi interessi e i fermenti e le tendenze di trent’anni dell’arte contemporanea. In mostra, tra gli altri, lavori di Stefano Arienti, Pier Paolo Calzolari, Chen Zen, Bruna Esposito, Kendell Geers, William Kentridge, Ansel Kiefer, Urs Lüthi.
Premio italiano di Architettura e YAP Rome at MAXXI (a cura di Pippo Ciorra)
Alla fine della Galleria 1, una mostra presenta i progetti finalisti e vincitori di due importanti premi: il Premio italiano di Architettura, promosso con Triennale Milano, quest’anno alla prima edizione, e YAP Rome at MAXXI, organizzato con il MoMA e MoMA PS1, che testimoniano il costante impegno del MAXXI nella valorizzazione della qualità architettonica del nostro paese e nella promozione di giovani talenti.