Diretto da Giacomo Campiotti, è ispirato alla storia della fondatrice del Movimento dei Focolari
Prendono il via le riprese di Chiara Lubich, Tv movie di Giacomo Campiotti ispirato alla fondatrice del Movimento dei Focolari. Interprete di questa figura carismatica, nell’anno del Centenario della nascita, Cristiana Capotondi.
Sceneggiato da Francesco Arlanch, Giacomo Campiotti, Luisa Cotta Ramosino, Lea Tafuri, il film è una coproduzione Rai Fiction – Casanova Multimedia, prodotta da Luca Barbareschi.
Conosciamo Chiara Lubich a ventitré anni e fin dall’inizio incontriamo una giovane donna e il suo sogno, quello di lavorare per realizzare la fratellanza universale.
Siamo a Trento, una città oltraggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Addolorata per la tragedia che vede intorno a sé, Chiara decide di consacrare la sua vita a Dio, l’unico ideale che le sembra non crollare. Insieme ad un gruppo di amiche si dedica ai bisognosi e nel clima d’odio che il conflitto ha generato, si preoccupa di favorire la riconciliazione, sanare le ferite e progettare un futuro migliore per l’umanità.
Siamo in un’epoca storica complessa, caratterizzata da intolleranza e misoginia e Chiara si scontra con le consuetudini del tempo. Suscita scandalo la scelta di andare a vivere in una casa con le sue amiche, come pure la sua abitudine di leggere il Vangelo in pubblico, fino a quel momento prerogativa di uomini religiosi.
La comunità che raccoglie attorno a sé cresce e diventa un Movimento vitale che si diffonde rapidamente in tutto il mondo. Al centro dei suoi dialoghi di pace spiccano la forza dell’amore e la solidarietà che può costruire ponti tra gli uomini di qualunque razza o fede religiosa.
Quattro settimane di riprese in Trentino e una tra Roma e Viterbo per il ritratto di una donna libera, appassionata, laica e coraggiosa. Una figura affascinante e rivoluzionaria ma anche un personaggio complesso per la Chiesa dell’epoca che, dopo averla sottoposta al giudizio del Sant’Uffizio, la riconosce definitivamente con Papa Paolo VI.