Dal 10 marzo al cinema con 01 Distribution
La banda che viaggia nel tempo è tornata. C’era una volta il crimine è il terzo capitolo della saga comica firmata da Massimiliano Bruno, con il cast quasi al completo dei primi due film più qualche aggiunta.
Tornano, infatti. Marco Giallini, Gianmarco Tognazzi, Massimiliano Bruno, Giulia Bevilacqua ed Edoardo Leo, a cui si aggiungono un sorprendente Giampaolo Morelli e un’inedita Carolina Crescentini.
Stavolta l’impresa impossibile della banda è rubare la Gioconda, sottraendola direttamente dalle mani dei Nazisti in piena Seconda Guerra Mondiale.
La coppia composta dal veterano Giallini e dalla new entry Morelli è il fulcro delle dinamiche comiche del film e sicuramente il suo maggiore punto di forza. Sono proprio i personaggi agli antipodi di Moreno e Claudio, inoltre, che attraversano il cambiamento più significativo, lasciandosi alle spalle individualismo e utilitarismo e sposando ciò che è davvero giusto.
Nel complesso, C’era una volta il crimine è il film migliore e più maturo della trilogia, grazie a una maggiore complessità narrativa e ad un più approfondito scavo psicologico dei personaggi.
Infatti, se tra siparietti comici, battute e citazioni, la formula può sembrare la stessa, stavolta c’è, però, un’evoluzione dei personaggi del tutto assente nei due film precedenti. Messi davanti a scelte che hanno a che fare col cuore, i nostri protagonisti cialtroni riescono, così, a diventare davvero degli eroi, disposti persino a dare la vita per gli altri.
Si sente, più ancora che nei precedenti capitoli, l’influenza della commedia all’italiana: C’era una volta il crimine si presenta, infatti, come un divertente e non banale mix tra La grande guerra e Non ci resta che piangere.
Alcune intuizioni risultano poi particolarmente gustose ed azzeccate, come il servizio fotografico a Benito Mussolini o la partita a scopa con Sandro Pertini.
C’era una volta il crimine è un film che ha lo scopo di intrattenere, ma ha anche il merito di ricordarci quei valori umani che hanno tenuto insieme un popolo, invitandoci a riflettere sulla nostra storia e sul nostro futuro.
Carla Curatoli