Il 14 aprile in occasione del Festival del Cinema Europeo di Lecce Carlo Verdone consegnerà il Premio Mario Verdone, rivolto ad un giovane autore italiano che si sia particolarmente segnalato per la sua opera prima nell’ultima stagione cinematografica
Carlo Verdone sarà uno dei tanti protagonisti alla 19a Edizione Festival del Cinema Europeo, che si svolgerà a Lecce dal 9 al 14 aprile. L’attore romano, con i fratelli Silvia e Luca, assegnerà a un giovane autore (max 40 anni) il Premio Mario Verdone. Il riconoscimento, giunto alla sua IX edizione, omaggia la figura del celebre critico cinematografico e saggista, premiando i nuovi talenti del cinema italiano.
Tra i finalisti di quest’anno, Roberto De Paolis con Cuori Puri, Simone Gordano con Moglie e Marito e Antonio Padovan con Finchè c’è prosecco c’è speranza. Premio Speciale ad Andrea De Sica per I Figli della Notte.
Novità di quest’edizione del Festival del Cinema Europeo è, inoltre, la celebrazione del 50esimo anniversario del Sessantotto, con la proiezione di 5 film scelti da Carlo Verdone e Luciana Castellina: I pugni in tasca (1965) di Marco Bellocchio nell’edizione restaurata dalla Cineteca di Bologna, One Plus One (1968) di Jean-Luc Godard, The Dreamers (I sognatori, 2003) di Bernardo Bertolucci, Après Mai (Qualcosa nell’aria, 2012) di Olivier Assayas e The Strawberry Statement (Fragole e sangue, 1970) di Stuart Hagmann.
Carlo, cosa ti ha colpito dei tre film finalisti per il Premio Mario Verdone?
“Li ho trovati curiosi e dalle anime profondamente diverse. Non mi interessa tanto vedere come vengano fatte le inquadrature, ma apprezzare una sceneggiatura compatta ed il lavoro del regista con gli attori. Secondo me dei dieci film in lizza, questi hanno una marcia in più. Ed è giusto incoraggiare con un premio il futuro del cinema italiano”.
Tra i premiati di quest’anno c’è anche Andrea De Sica, figlio di Manuel. Frutto dello storico connubio De Sica-Verdone?
“Il film di Andrea De Sica è un ottimo lavoro. All’inizio, con mia sorella Silvia non volevamo premiarlo, per evitare “raccomandazioni”. Proprio per questo motivo non è entrato in concorso, ma avrà un premio speciale perché il suo valore è indiscutibile”.
Hai girato spesso a Roma, prima o poi toccherà anche alla Puglia?
“Mi piacerebbe molto! Prima o poi un film in Puglia lo farò, è una regione interessante sotto tutti i punti di vista: umano, lavorativo e fotografico”.
Oltre al Premio Mario Verdone, sarai curatore con Luciana Castellina della rassegna dedicata al Sessantotto. A quale film di questo periodo sei maggiormente legato?
“Sicuramente a Fragole e sangue del 1970, che presenteremo la sera del 13 aprile. Ma come questo film, anche quelli che precedevano il ’68 erano interessanti, perchè venivano realizzati proprio negli anni della grande creatività e sperimentazione del cinema e dell’arte. Tutti i grandi artisti respiravano quell’aria di cambiamento: Andy Warhol, Yoko Ono, ecc..”
Roberto Puntato